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Matrix - Parla Michele Misseri

Creato il 01 giugno 2011 da Annanihil
Matrix - Parla Michele Misseri
"Matrix", come moltissimi programmi tv, si è occupato anche fin troppo del caso di Avetrana. Ieri, l'intera puntata ha visto protagonista Michele Misseri, zio della piccola Sarah, e forse suo assassino.
Lo zio della ragazzina, reo confesso, è stato messo in libertà.
Il suo primo giorno da uomo libero l'ha trascorso raccontandosi ai microfoni di "Matrix", e non avendo remore di mostrare le stanze della sua casa e le foto di famiglia.
L'uomo, nella lunga intervista a "Matrix", si dichiara unico e solo colpevole.
Medita il suicidio per aver ucciso Sarah e rovinato la vita alla figlia e alla moglie, ora in carcere.
Difficile per gli opinionisti presenti, e anche per me in questo momento, commentare le sue dichiarazioni.
Appare diverso. Ha un aspetto più riposato. Sembra che a furia di interrogatori abbia imparato a esprimersi meglio.
Credergli o no? Sta tentando di salvare le donne di famiglia o è davvero l'unico colpevole?
Il suo movente è talmente insulso che tutta questa storia mi dà la nausea.
"(Dopo svariati litigi con sua moglie) Mi ero innervosito così tanto (perché il trattore non partiva), ho preso un compressore d’aria per spolverarle, ma niente. Mi sono agitato ancora e in quel momento da dietro è arrivata Sarah e mi ha chiesto perché stessi gridando. Io le ho detto vattene e mentre lo dicevo l’ho presa fisicamente e l’ho girata per farla andare via. Ho avuto un calore alla testa quando l’ho alzata e quando l’ho appoggiata, mi è arrivato un calcio da lei. Sul parafango c’era un pezzo di corda, l’ho preso l’ho buttato al collo e l’ho girato. Non so nemmeno come abbia fatto, l’ho presa di spalle, lei non ha fatto nessun urlo, niente. Tutti i miei nervi li ho scaricati su di lei, ma forse se ci fosse stato un altro avrei fatto lo stesso”.
Oltre che nauseati, dalla Procura si dicono fortemente infastiditi dai depistaggi di Misseri agevolati dallo spazio che gli è stato concesso in tv. Se l'hanno liberato, avranno le loro buone ragioni, fidiamoci e attendiamo l'esito di questa storia.

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