Matteo De Simone astro nascente
della Letteratura italiana
con una storia importante “Denti guasti”
di Iannozzi Giuseppe
Matteo De Simone ci porta fra le strade di Torino, di una Torino ai margini e che pochi conoscono se non per sentito dire. Con sguardo antropologico l’autore batte le vie d’una città grigia, incapace di assorbire il prossimo ma capace di sfruttarlo nel più bieco dei modi chiedendogli di dar via il culo. Matteo De Simone intesse una storia che potrebbe essere quella d’un qualsiasi giovane clandestino arrivato in Italia con l’illusione di riuscire a dare un senso alla propria vita.
Roman e Silviu giungono in un paese che è tutt’altro che ben disposto a trattarli come esseri umani: stivati come animali, il destino che il pappone Ivan ha deciso per loro è dei più bassi. Roman è il primo a rendersene conto, mentre Silviu, più giovane di lui di tre anni, crede ancora che nella città sabauda avranno un lavoro onorevole seppur pesante. Roman conosce la verità, e alla prima occasione buona non esita: come in un film ci vuol poco o niente a far una poltiglia della faccia del loro schiavista. Una disattenzione, la pistola lasciata incustodita e Roman fa fuori Ivan. Adesso Silviu e Roman sono liberi, liberi di essere dei clandestini, liberi di scappare.
Roman è un bel diciannovenne, biondo, moldavo, timido all’occasione, ma diffidente anche: seppur molto giovane ha capito che la società non gli riserverà mai una gentilezza gratuita. Tuttavia sulla sua strada incontra Giulia, una sognatrice, una ragazzina. La incontra in un supermarket, mentre lui stava cercando di rubare una bottiglia di rum. La ragazza se ne accorge e lo invita a infilare la bottiglia nel suo carrello, più qualche altra cosa che gli serve. E’ così che Roman e Giulia diventano amanti. Tuttavia la loro storia d’amore non potrà essere uguale a tutte le altre, e questo Roman lo sa.
La madre di Giulia, Silvana, una semplice impiegata alle poste, è una alcolizzata persa da quando non c’è più suo marito; si trascina al lavoro con stanchezza, ma non prima di passare al bar per farsi almeno uno o due caffè corretti. E’ trasandata nonostante sia ancora piuttosto giovane; ciò nonostante non si prende cura di sé, non trova motivi validi per truccarsi o ritoccarsi i capelli con un po’ di colore. A quarantadue anni la sua esistenza si spegne lentamente nell’abuso di alcol e di Xanax. Giulia è una ragazza che sogna di evadere dal microcosmo familiare per entrare nel circuito dei talent show. Non si rende conto che il mondo patinato che vede in tivù è peggiore della realtà che le sta crollando addosso. Lei non ha grandi aspirazioni, solo quella di cantare in un programma televisivo come quello condotto da Fiorello e che a lei piace tanto.
Giulia con Roman perde la verginità. Non sa bene se lo ami o no, però lo sente dentro di sé: nella sua insicurezza il giovane è un’àncora di salvezza, l’unica che ha portata di mano. Tuttavia l’incontro di due solitudini, quella sua e di Roman, non riescono a colmare il vuoto che inquina le loro anime.
Spiega l’autore: “Ho scritto Denti guasti nel tentativo di raccontare la società di serie B. Che non significa soltanto povertà ed emarginazione in senso stretto. La serie B siamo tutti noi che viviamo nel mondo reale e che restiamo serie B, emarginati, finché non abbiamo accesso alla serie A. La serie A è la televisione, quel miscuglio di cabaret, musica, politica, giornalismo, fiction, dove i diversi ambiti comunicano tra loro osmoticamente, in una giostra perpetua di scambio dei ruoli, seguendo meccanismi autonutrienti e un’estetica autoreferenziale che ne fa, nella percezione comune, una dimensione parallela, una realtà ‘migliorata’. Lì la fanno da padrone ideali di bellezza, edonismo, successo difficilmente realizzabili fuori dallo schermo”.Matteo De Simone ci racconta la società di serie B: ma siamo davvero certi che sia di serie B? La società contemporanea che ci viviamo addosso è perlopiù formata da persone come Roman e Giulia; solo pochi, pochissimi hanno il disonesto privilegio di vivere senza interrogarsi, troppo pieni di sé perché tentino anche solo di farsi un esame di coscienza.
Lo stile di Matteo De Simone è secco, fatto di brevi e precisi flashback che conferiscono alla narrazione vivacità e veridicità altrimenti impossibili. L’autore, nel marasma della desolante corruzione che avvolge la città sabauda – un tempo capitale dell’industria automobilistica -, tratteggia personaggi e situazioni con disperata poesia, consapevole che la società difficilmente darà a chi vive ai margini una concreta possibilità di riscatto.
“Denti guasti” di Matteo De Simone è un romanzo davvero raro da trovare, oggi come oggi, nel panorama della Letteratura italiana: racconta infatti la società e le persone che la vivono sulla loro propria pelle, senza edulcorazioni né patine d’abbellimento; la fotografia che l’autore restituisce al lettore è di verità, una fotografia forse scomoda ai più, ma che necessitava d’esser ritratta.
Matteo De Simone è nato nel 1981 e vive a Torino. E’ conosciuto ai seguaci del rock indipendente italiano come autore, cantante e bassista dell’apprezzato trio rock “Nadàr Solo” (con Federico Puttilli e Alessio Sanfilippo). Come scrittore ha pubblicato nel 2007 il romanzo “Tasca di pietra” (Zandegù), accolto con successo dalla critica e inserito dalla rivista Panorama tra i migliori esordi dell’anno. Suoi racconti sono apparsi in antologie pubblicate da Terre di Mezzo, Transeuropa, Coniglio Editore, Barbera editore, Sartorio e sul blog collettivo Nazione Indiana. “Denti Guasti” è il suo secondo romanzo.
Denti guasti – Matteo De Simone – Hacca – Pagine: 232 – ISBN: 978-88-89920-61-9 – prezzo € 14,00
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