Una giornata da incorniciare, un’impresa che sa di storia in una tappa eroica con pioggia e freddo. Matteo Rabottini, figlio d’arte classe 1987, arrivato al ciclismo tardi, approdato al professionismo presto, ha vinto e convinto conquistando la 15^ tappa del Giro d’Italia, da Busto Arsizio a Pian dei Resinelli.
Tappa da 172 km, 154 percorsi in fuga, 62 in compagnia di Bonnafond (AG2R), 92 in solitaria, con il solo sostegno dell’ammiraglia guidata da Luca Scinto in compagnia di Valentino Sciotti (Main sponsor, abruzzese come Rabottini, emozionato e commosso all’arrivo) e quattro montagne da superare. Matteo pedala e si gestisce, mangia (perché Scinto lo martella per scongiurare una possibile crisi di fame) e cade. Risale in bici, continua a pedalare, pensa e sogna, macina e reagisce, ma sopratutto resiste. A Cunego, Ulissi, Sella e gli altri contro attaccanti. A Losada che lo vede agli ultimi tre chilometri e a Rodriguez che lo aggancia e supera agli ultimi 350 metri. “Rabbo” cala due denti, lo segue, gli sta alle calcagna e quando mancano poco meno di 100 metri lo salta. Inimitabile.
“Una gioia del genere la sognavamo dall’inverno. Luca (Scinto, n.d.r.) mi ha lasciato tranquillo, mi ha allenato e mi ha fatto preparare il Giro come unico nostro obiettivo. Mi diceva “stai tranquillo, vieni al Giro e vinci una tappa”. D’inverno ci ridevamo, qui ci abbiamo pensato e oggi il sogno si è avverato” – Rabottini è emozionato e come da suo carattere, timido (ma non troppo), parla poco e misurato anche si sente che ha dentro un turbine di emozioni. “Nel finale l’ultimo chilometro non finiva più. Ai quattrocento metri quando è rientrato Rodriguez ho pensato che non fosse possibile perderla così. Ho buttato giù due denti e l’ho seguito, poi l’ho passato. Non so se mi abbia fatto vincere, non mi interessa, so solo che si è avverato il mio sogno più grande“. E quando un sogno si avvera, si dedica a qualcuno: “Al mio bambino, che tra poco arriverà. Ma il nome è una sorpresa, ve lo dirò quando nasce”.
Se Rabottini è contenuto, Luca Scinto è un vulcano:
“Sapevo che poteva fare una cosa del genere, per questo l’abbiamo lasciato tranquillo fino al Giro, e la terza settimana era quella in cui doveva provarci. Tutto secondo programma. Ma che batticuore nel finale! Quando l’ha preso Rodriguez ho pensato che fosse finita, invece Rambo ha dato quel qualcosa in più che solo chi ha classe e talento può dare. Una gioia indimenticabile e una soddisfazione per tutto il nostro team, che è piccolo ma ha il cuore grande, come questa tappa ha dimostrato. Il ciclismo noi lo viviamo come una missione, e questi successi ci fortificano. Ringrazio subito tutti gli sponsor: i nostri sogni si avverano anche e sopratutto grazie alla loro fiducia. Speriamo che queste vittorie ripaghino anche loro”.
Un’impresa si è quindi registrata al Giro d’Italia, ed è un’impresa Giallo – Fluo che torna tinta di Blu, come alla partenza da Herning, già che Matteo Rabottini è ora il leader della classifica GPM by Mediolanum, visto che ha conquistando in solitaria tutte le vette di giornata (Valcava, Forcella di Bura, Culmmie di San Pietro, Pian dei Resinelli) . Ora che ha guadagnato la leadership, Rambo e tutta la Farnese Vini Selle Italia cercheranno di difenderla. Lottando, ovviamente, con fughe e azioni.
Comunicato Stampa Farnese Vini – Selle Italia