Matteo Renzi nell’incontro di oggi al Cittanova ha seguito un canovaccio ben consolidato: linguaggio chiaro ed efficace, proposte semplici ed evidenti. Inevitabilmente gli iscritti al Pd si chiedono quanto serva discutere prima dell’assemblea nazionale per il regolamento delle primarie. Saranno primarie di coalizione ma a doppio turno? Si farà l’albo delle primarie, per registrare gli elettori come avviene negli Stati Uniti sia fra i repubblicani che fra i democratici?
Il Cittanova era stracolmo e molti hanno dovuto ascoltare il discorso di Renzi dal piazzale, davanti al sagrati di Sant’Agata. Si parla di oltre 400 persone in sala e almeno 50 fuori.
Matteo Renzi, agevolato dal suo talento naturale (era in tv a 18 anni per vincere alla Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno) e da Giorgio Gori, già direttore di Canale 5 e Italia 1 (“Mai però liberale di centrodestra” ci fa notare Vittore Soldo, diversamente da altri democratici cremonesi), è arrivato facilmente al cuore della gente, col modo di fare semplice, brillante, anche se i dettagli del programma e delle primarie naturalmente non sono definiti nei dettagli.
Chi lo ha seguito anche in altre occasioni ha ritrovato il canovaccio vincente di questi discorsi renziani.
Intanto la proposta di ridurre di 100 euro la tassazione sui redditi inferiori ai 2mila euro. Proposta che consentirebbe una qualità di vita migliore.
Parole di riguardo per le donne, da sempre svantaggiate dal mercato del lavoro. Una donna su quattro rinuncia a lavorare per seguire il figlio o i figli nell’età scolare perché mancano, tanto per cominciare, gli asili nido. E Renzi ne mette in programma di più: le liste d’attesa sono lunghe, le rette salgono, il problema si sente in tanti Comuni.
Poi, sempre da parte del sindaco di Firenze, le pari opportunità: chi è figlio di un orefice deve avere la stessa possibilità di far carriera che ha il figlio di un operaio. Si può commentare che rimettere in moto l’ascensore sociale, chiuso nella morsa delle corporazioni italiane, è un’idea che la sinistra propone da tempo, trovando grandi difficoltà. Anche Bersani ne ha parlato più volte, scontrandosi lui pure con i soliti muri di gomma.
La meritocrazia nel pubblico impiego è un’altra proposta renzista: per far crescere la qualità del lavoro e gratificare chi dà di più, non – commento io – apposta per castigare a priori i pubblici dipendenti, come nella visione bieca e stravolta del mostruoso Brunetta, tanto per segnare la differenza tra Renzi e gli avversari di centrodestra.
Dure le critiche del sindaco fiorentino sulla classe dirigente del passato: “Ha disinvestito sul futuro e ha fatto crescere in modo enorme il debito pubblico”.
Renzi sfonda un portone quando elogia gli imprenditori che investono nella propria azienda e non nella finanza: un tema che colpisce molto e che domani, a Bergamo, potrebbe piacere non poco in una delle capitali del Nord tanto progredito.
“Tutti abbiamo avuto una zia cattiva e una zia buona. E’ ora di non pensare più all’Europa come alla zia cattiva che ce l’ha sempre con noi. Non si può ammettere che oggi la gente vada in pensione a cinquant’anni”.
Curiosi ce n’erano tanti, anche di altri partiti, non solo del centrosinistra ma anche del Pdl. Le elezioni si avvicinano, meglio tenersi informati.
0.000000 0.000000