Matteo Salvini: voltarsi indietro per guardare avanti

Creato il 27 febbraio 2015 da Alessandromenabue
Vorrei sinteticamente controbattere ad alcune delle dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini a margine del tour toscano che lo ha visto relatore nella biblioteca comunale di Bagno a Ripoli. Il segretario della Lega Nord sostiene che "Mussolini è affascinante da studiare come personaggio storico, ma fascismo e comunismo sono archiviati dalla storia, guardiamo avanti". Personalmente trovo il Duce un personaggio raggelante, ma sono opinioni: ognuno decide in piena libertà da chi lasciarsi affascinare. Per quanto riguarda il merito della sua dichiarazione, sarebbe bene che qualcuno facesse presente a Salvini che archiviare non significa dimenticare. E un ventennio di dittatura che è costata all'Italia il sacrificio di numerosissime vite umane, la soppressione delle libertà individuali e la sistematica mortificazione del sistema politico di allora non lo si può e non lo si deve dimenticare. Ribadire la natura antifascista della nostra Carta Costituzionale dovrebbe essere esercizio pleonastico nel 2015 in quanto sentimento condiviso da tutti gli italiani. Per alcuni, Salvini incluso, così non è. Ne prendiamo atto. Quanto all'equiparazione tra fascismo e comunismo è sufficiente ricordare al leader leghista - che non potendo ignorarlo evidentemente finge di dimenticarlo - che l'azione politica del Partito Comunista Italiano è stata sì aspra, in particolar modo nell'immediato dopoguerra, ma sempre condotta nel rispetto del dettato costituzionale e democratico. Salvini aggiunge che è necessario guardare avanti; alla luce di questa sua dichiarazione risulta quantomeno bizzarro che egli insegua un'alleanza con un soggetto come Casa Pound che, già nel punto introduttivo del suo programma politico, afferma di ispirarsi al fascismo (buttandolo peraltro in un calderone che comprende tra gli altri pure il risorgimento e Mazzini, evidenziando così una formazione ed una consapevolezza storico-politica che pare poggiare le sue fondamenta, nella migliore delle ipotesi, sulla Storia d'Italia a Fumetti di Enzo Biagi). Deve essere a dir poco complicato, a meno che non si sia Gasparri, guardare avanti restando voltati indietro.
Durante il suo discorso Salvini ha anche attaccato il mondo islamico, come da copione: "Il mio problema non è solo il terrorista che brucia l’essere umano, ma anche l’islamico moderato che ritiene che la donna valga meno dell’uomo". Anche in questo caso vale la pena rinfrescare la memoria del Matteo lumbard ricordandogli che fra casi di violenze domestiche, femminicidi e discriminazioni sul luogo di lavoro forse sarà bene inculcare l'idea di rispetto per le donne prima di tutto nella testa di noi occidentali. Dopodiché, forse, potremo concederci il lusso di ergerci a maestri in materia nei confronti del mondo musulmano.
L'ultima stoccata Salvini l'ha riservata alla magistratura: "I giudici sono uno dei problemi più gravi d’Italia, perché non rispondono a niente e a nessuno di quello che fanno". Che abbiano imparato da certi politici?

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