Magazine Cultura

Matthew Reinhart e Michael Komarck: Il trono di spade. Guida a Westeros pop-up

Creato il 29 maggio 2014 da Martinaframmartino
Matthew Reinhart e Michael Komarck: Il trono di spade. Guida a Westeros pop-up

Ma si può che Panini Comics, l’editore italiano, non ha messo in internet una foto decente della copertina e io mi ritrovo a dover piazzare qui la copertina americana? Tanto quello che conta sono i pop-up, non le scritte.

Il merchandising legato al Trono di spade si è arricchito di un nuovo prodotto. Dopo indumenti, articoli da cucina e oggetti vari che portano impressi i volti dei protagonisti della serie televisiva o i simboli delle loro casate, è la volta di un libro molto particolare. Si tratta di Il trono di spade: Guida a Westeros pop-up, ideato da Matthew Reinhart per quanto concerne gli elementi in rilievo e i meccanismi di apertura e chiusura e illustrato da Michael Komarck. Potevo non comprarlo? Ovviamente no.
Questo è il secondo libro realizzato direttamente in collaborazione con HBO ma il primo, Il trono di spade. Dietro le quinte della serie HBO scritto da Bryan Cogman, era molto più tradizionale. Quel libro presentava i personaggi e gli eventi di cui erano protagonisti, raccontando vari dettagli sulla realizzazione delle prime due stagioni della serie. Nulla di fondamentale, ma comunque un testo interessante per gli appassionati. In questo caso le informazioni sono ridotte al minimo, con testi brevi che non approfondiscono in alcun modo i temi di cui si occupano. Potrebbero quasi essere le note di un’enciclopedia: lo stemma delle varie Case, il motto, due caratteristiche di tipo geografico, cose così, e pure alcune cose che fanno un po’ storcere il naso. C’è scritto, per esempio, che Stannis non ritiene Joffrey degno del trono, e lo definisce suo nipote, relegando il non trascurabile dettaglio dell’incesto (con la conseguenza che Joffrey non è né il nipote di Stannis né il legittimo erede al trono) in un altro testo. O ancora, si parla di Matrimonio Rosso, e se anche la maggior parte dei termini sono tradotti nel modo che lettori e spettatori della saga ben conoscono, la semplice parola Matrimonio al posto di Nozze può provocare un senso di fastidio. In più il libro è davvero caro, 59,00 €. E allora perché l’ho comprato, anche se ovviamente i testi li ho letti solo dopo averlo portato a casa? La cosa fondamentale di questo libro sono i pop-up, oltre trenta suddivisi nelle cinque pagine di cui è composto, in alcuni casi di notevole qualità. E i pop-up, specie se di questa difficoltà, vanno montati a mano, non è possibile far fare il lavoro a una macchina.
Matthew Reinhart e Michael Komarck: Il trono di spade. Guida a Westeros pop-up

Sfogliando le pagine la Fortezza Rossa, Nido dell’Aquila, Grande Inverno, la Barriera e alcune parti del continente di Essos si animano così come si animano all’interno della sigla della serie televisiva. L’aspetto visivo è chiaramente modellato su quanto prodotto da HBO piuttosto che dall’immaginario di George R.R. Martin, e la cosa sarebbe evidente anche se non ci fosse il marchio della serie televisiva a ricordarlo. Il modo in cui sono raffigurati gli stemmi delle varie Case, l’immagine degli Estranei o la Porta della Luna con tanto di ser Vardis Egen in volo sono un chiaro esempio di quanto sia stato importante per Reinhart e Komarck rimanere il più fedeli possibile alla visione nota a tutti gli spettatori.
Che Reinhart fosse uno dei migliori ingegneri della carta attivi in questo momento era noto, anche in Italia sono arrivati i tre volumi dell’Enciclopedia preistorica (Dinosauri, Squali e altri mostri marini e Bestie giganti), quelli dell’Enciclopedia mitologica (Fate e altre creature magiche, Dei ed eroi e Draghi e mostri), tutti realizzati in collaborazione con Robert Sabuda e altre opere realizzate da solo quali una versione di Cenerentola, una del Libro della giungla e i volumi tematici Star Wars. Guida pop-up alla Galassia e DC Supereroi. Libro pop-up.

Matthew Reinhart e Michael Komarck: Il trono di spade. Guida a Westeros pop-up
Ho scritto Robert Sabuda, giusto? Voi sapete quanto io ami le sue opere. Alice nel Paese delle Meraviglie, Le cronache di Narnia, Peter Pan e La Bella e la Bestia campeggiano già da anni sugli scaffali della mia libreria. Non gli altri, non ho un budget illimitato, comunque conoscevo già Reinhart proprio per via dei suoi lavori con Sabuda, e quando ho scritto l’articolo per FantasyMagazine che ora sto riproponendo qui (anche se per l’occasione ho aggiunto un bel po’ di commenti da post-acquisto) ho pure fatto una ricerca biografica. In sintesi ecco quanto ho scoperto:

Nato il 21 settembre 1971 nello Iowa, Matthew Reinhart ha sempre avuto la passione per il disegno ma, dubitando di potersi guardagnare da vivere con l’arte, ha studiato biologia. Dopo essersi trasferito a New York ha conosciuto Robert Sabuda,che realizzava pop-up dal 1994 e il cui Christmas Alphabet (2005) stava incontrando un notevole successo. Sabuda ha incoraggiato Reinhart a seguire le sue aspirazioni, così Matthew si è iscritto al Pratt Insitute di Brooklin, lo stesso frequantato anni prima da Robert, e si è concentrato su design di giocattoli e ingegneria della carta. Il suo primo libro, realizzato nel 1999 in collaborazione con Gary Greenberg e Balvis Rubes, è The Pop-up Books of Phobias. Al 2001 risale la prima collaborazione con Sabuda per Young Naturalist’s Pop-Up Handbook: Butterflies, mentre l’anno successivo ha realizzato il suo primo libro da solo, Animal Popposites: A Pop-Up Book of Opposites. In questi anni ha realizzato una ventina di pop-up.

Già che ci siamo vi beccate pure la biografia di Michael Komarck, artista che già avevo apprezzato nei due volumi The Art of George R.R. Martin’s A Song of Ice and Fire. Lì solo una parte delle illustrazioni sono sue, ma lui è uno degli artisti che apprezzo di più:
Nato in Louisiana e cresciuto in Michigan, Komarck ha sempre amato disegnare, passando via via dai pastelli alle matite, quindi all’acrilico e all’olio. In un primo periodo si è dedicato soprattutto all’illustrazione di libri per bambini di una piccola casa editrice che aveva collaborato a fondare, o alla realizzazione di biglietti da visita e materiali per il web. In seguito ha scoperto Photoshop ed è passato alla pittura digitale iniziando a lavorare a tempo pieno come illustratore. Sue immagini sono state usate per copertine di libri, giochi di ruolo, da tavolo o carte collezionabili. Fra gli altri progetti ha lavorato in Magic: The Gathering e Dungeons & Dragons. La svolta nella sua carriera c’è stata quando gli è stato commissionato il calendario del 2009 delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, lavoro che lo ha portato a ricevere commissioni sempre più importanti.

Matthew Reinhart e Michael Komarck: Il trono di spade. Guida a Westeros pop-up

Torniamo a Il trono di spade. Guida a Westeros. Libro pop-up. Ciò che distingue questo volume dalle altre opere è il fatto che il dorso è semplicemente tenuto fermo da una banda magnetica e può essere rimosso facilmente in modo da aprire contemporaneamente tutti i pop-up e realizzare una mappa del continente di Westeros, così come si vede nelle prime due foto. Ovvio che io lo abbia fatto appena arrivata a casa.
Una nota in un foglio esplicativo ricorda che la mappa non è una riproduzione in scala, e in effetti le distanze fra i vari edifici sono legate alla necessità di rimanere nei vari pannelli che compongono il libro e non alla reale distanza indicata da Martin, e mancano parecchie località note a spettatori e lettori. A me leggere l’avviso ha fatto un po’ ridere, ma a giudicare dalle domande sceme che a volte fa la gente mi sa che per alcune persone si tratta di un’informazione indispensabile. Quello che io ho trovato utile sono state le istruzioni di apertura. L’effetto finale del libro completamente aperto, è senza dubbio notevole come si può vedere anche dal booktrailer realizzato dall’editore americano:

Diciamocelo: si tratta di un libro assolutamente inutile, e di un’opera straordinaria. Come ha scritto Oscar Wilde nel Ritratto di Dorian Gray,

Possiamo perdonare a un uomo l’aver fatto una cosa utile se non l’ammira. L’unica scusa per aver fatto una cosa inutile è di ammirarla intensamente.
Tutta l’arte è completamente inutile.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :