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“Se mi avessero detto anche solo sei mesi fa che avrei fatto l’esame così non ci avrei creduto. È stato strano perché l’esame si è svolto in palestra. Ma è stato ugualmente emozionante”. Benedetta è emozionata ma felice e sorridente con alcune delle amiche che l’hanno aspettata fuori scuola. È stata la prima a varcare l’ingresso della palestra del Liceo classico Benedetto da Norcia, a Roma, quartiere Centocelle. Benedetta, come altri neodiplomati, non ha dubbi: “Speravo proprio che ce lo facessero fare in presenza. È sicuramente diverso, sono i nostri professori e c’è un contatto ed è sicuramente un ricordo più bello di quello che avremmo avuto se lo avessimo fatto per via telematica”.
“Proprio per il rispetto delle misure di distanziamento, che prevedono la distanza di minimo due metri tra le varie postazioni, qui come in altre scuole si è cercato di utilizzare gli spazi più ampi. Quindi la palestra era quella che si prestava di più come ampiezza di locale”, ci spiega la professoressa Cristina Costarelli, presidente della commissione esaminatrice. Cinque studenti al giorno, un’ora ciascuno per un unico esame orale più corposo degli altri anni e sanificazioni e continue sanificazioni degli spazi. “Certamente ha un significato particolare per questi studenti che hanno perso purtroppo una parte del loro ultimo anno di liceo. Ha un valore emotivo molto forte”.
“Fortunatamente in presenza – aggiunge Emiliano – L’importante è esserci e poter guardare negli occhi il professore, questo già è tanto. Speriamo che l’anno prossimo vada meglio per i ragazzi dopo di noi”.
“È stato un po’ come tornare a casa dopo un lungo viaggio – conclude Delia – È l’atmosfera che è importante anche se qualche abbraccio sarebbe stato bene accetto”.