Ecco qualche ricordo di maturità.
Labionda si iscrive allo Scientifico sognando un futuro da informatica, biologa, chimica o, perché no, dentista. Sono infatti anche gli anni del boom degli apparecchi ortodontici e la poverina non sfugge al destino di tanti suoi coetanei: ferretti, morso, ed elastici in bocca. Due anni di torture, ricompensati poi da un sorriso luminoso e abbagliante… peccato che al Liceo labionda sorrida poco e invece pianga molto sui testi di Matematica e di Fisica. Dopo ore di problemi, equazioni, calcoli trigonometrici, derivate, leggi della termodinamica e formule che spiegano massa, energia e universo infinito (anni dopo, si sentirà vendicata dalla parodia di Crozza, insuperabile Zichichi), quando vuole rilassarsi, cosa fa labionda?
Traduce versioni dal Latino, parafrasa con gioia il sommo Dante, si commuove con Machiavelli, si bea con Leopardi, filosofeggia con San Tommaso, riflette con gli illuministi, si inebria con i romantici… insomma scopre che la sua vena è quella umanistica e ci si tuffa con vero ardore. Leggenda vuole che, durante lo scritto di Matematica dell’esame di maturità, le appaia Antonello Venditti al pianoforte e le sussurri: «La matematica non sarà mai il mio mestiere».
Chi c'era sa che il suo migliore amico al Liceo, poi diventato nientemeno che un fisico nucleare, per tirarla un po' su, le dice, sorridendo: Dai, andrà meglio la prossima volta. No, cioè, dai, non si sarà una prossima volta...no? (...)
Per fortuna, il tema e l'orale vanno bene. Molto bene.
Quando il padre, che cerca di indirizzare razionalmente il destino scolastico della ormai maturata bionda, se ne esce con «Beh, a questo punto, dopo cinque anni di fatiche matematiche, sfrutta un po’ quanto hai imparato… potresti scegliere Economia, Biologia o qualche altra facoltà scientifica», si sente ovviamente rispondere «Beh, a questo punto, dopo cinque anni di fatiche scientifiche, un solo dubbio mi attanaglia: Lettere o Filosofia?»