Un paio di anni fa’ la casa editrice Adelphi ripubblicò un libro di Robin Maugham, nipote del più famoso William Somerset ed egli stesso scrittore di successo, dal titolo “Conversazioni con zio Willie”, uscito in origine nel 1978. Libro che, fra divertita perfidia e affettuosa malinconica, mette a nudo il carattere del vecchio Somerset, inacidito dall’età e cinico per snobismo. William Somerset Maugham, nato nel 1874 e morto nel 1965, tra le due guerre fu lo scrittore più famoso del mondo, autore di ottanta volumi di romanzi e racconti e trentuno testi teatrali che lo resero ricchissimo. A Cap Ferrat, sulla Costa Azzurra, viveva con undici persone di servizio, circondato da favolosi quadri di impressionisti francesi e una raccolta di dipinti di soggetto teatrale, oggi conservati al Royal National Theatre. Quarto figlio di un avvocato inglese di stanza a Parigi, crebbe nell’opulenza ma ancora ragazzo rimase orfano di entrambi i genitori e venne affidato ad un parente ecclesiastico con il quale visse isolato in un ambiente provinciale che detestò. Lo choc per la perdita dei genitori e il cambiamento di stato gli provocò una violenta balbuzie dalla quale non guarì mai. “Lo rese riservato – scrive suo nipote Robin – e lo costrinse a rimanere uno spettatore, fece di lui quell’osservatore distaccato della vita che divenne la prima persona singolare dei suoi libri. La balbuzie rese la sua prosa vigorosa, vivace e concisa, sciolti e efficaci i dialoghi dei suoi lavori teatrali. Forse è a quell’impedimento che Willie dovette la sua fama.”
Maugham studiò medicina per cinque anni prima di decidere di dedicarsi alla letteratura, incoraggiato dall’esito del suo primo romanzo Liza di Lambeth(1894). Ma fu come drammaturgo che diventò inizialmente popolare, a partire da Lady Frederick, che nel 1911 piacque talmente da fare di lui l’autore più richiesto nel West End. Era già famoso quando andò in guerra come interprete alla Croce Rossa e lì fece l’incontro decisivo della sua vita con un giovane e scanzonato americano chiamato Gerald Hoxton. Questo fu un altro problema che dovette affrontare: la sua omosessualità. Hoxton era uno scansafatiche, un forte bevitore e un giocatore dissennato, ma era anche simpatico, intraprendente e pieno di vita. Sin dall’inizio propose al complessatissimo Maugham di prenderlo con sé, pagargli le spese e portarlo nei suoi viaggi; in cambio, andando in giro per le bettole, avrebbe fornito allo scrittore le storie da raccontare nei romanzi. Andò proprio così, la coppia girò mezzo mondo e quando Maugham si lasciò intrappolare in uno scandalo per un flirt con una signora e finì per sposarla, il fidato Gerald rimase al suo fianco in qualità di segretario. Finché Willie non divorziò e, acquistata la favolosa villa Mauresque nel sud della Francia, vi andò a vivere con lui. Nel ritratto ad opera del nipote viene fuori un Maugham timido, riservato, lavoratore accanito e disciplinato, uomo snob e poco incline tanto agli svaghi che agli affetti profondi e, infine, vecchio insoddisfatto e deluso. La morte nel ‘44 di Gerald gli aveva lasciato dentro un vuoto che il nuovo compagno Alan Searle colmava sul piano della routine quotidiana senza però riuscire ad esorcizzare le angosce, le inquietudini e la folle paura della morte dell’ormai decrepito Willie che si rammaricava di non potere portare con sé, dopo morto, neanche un tappeto o un tavolino.
Robin Maugham nacque nel 1916 e morì nel 1981. Scrittore prolifico anche lui, si distinse a partire dal romanzo Il servo (1948), sceneggiato da Harold Pinter e filmato da Joseph Losey nel 1963.