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Mauritius dalla decolonizzazione al contesto multipolare

Creato il 20 aprile 2015 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Mauritius dalla decolonizzazione al contesto multipolare

Il 12 aprile si è svolta a Bari la celebrazione dell’Indipendence Day organizzata dalla Comunità Mauriziana in Italia per ricordare l’anniversario dell’indipendenza del paese, ottenuta nel 1968 dal Regno Unito. L’evento è stato realizzato con il patrocinio della Regione Puglia e del Comune di Bari.
Sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni e della società civile; presente per l’IsAG il dott. Giacomo Guarini.

Per la Regione Puglia e per il Comune di Bari sono intervenuti rispettivamente il Presidente del Consiglio Regionale Dott. Onofrio Introna e l’Assessore al welfare del Comune di Bari Dott.ssa Francesca Bottalico, i quali hanno sottolineato l’importanza del legame che unisce il territorio locale alla comunità mauriziana. Quest’ultima, infatti, ha sempre dimostrato piena attitudine all’integrazione e ad un’attiva e armoniosa partecipazione civile nel territorio.
A testimonianza di ciò, la presenza all’iniziativa di numerosi esponenti della società civile provenienti da svariati ambiti (associazioni culturali, sindacati, organizzazioni di volontariato e di beneficenza).

Il Presidente della Comunità, Sanjaye Bahadoor, nel presentare l’edizione annuale dell’Indipendence Day, ha ricordato le principali attività della comunità e le peculiarità del popolo mauriziano, fra le quali – in primis – la grande varietà etnico-religiosa, espressione di un modello di stabile e pacifica convivenza interculturale.

Il dott. Guarini ha richiamato le diverse peculiarità che caratterizzano Mauritius: nazione insulare situata nell’Oceano Indiano, ad est del Madagascar, Mauritius vanta un ordinamento democratico consolidato che garantisce lo svolgimento di libere e regolari elezioni. La ricchezza pro capite è elevata, se confrontata a quella della maggior parte dei paesi del continente africano ed è anche più equamente distribuita. Le bellezze dell’isola hanno suggestionato diversi letterati occidentali, fra i quali Baudelaire, Twain e Conrad. Nonostante l’esiguità dell’estensione territoriale e la percezione ‘lontana’ che si ha del paese in Occidente, Mauritius è tutt’altro che escluso da alcune importanti dinamiche geopolitiche e geoeconomiche in atto nel globo.

Sul piano geopolitico si sono richiamati due recenti accadimenti nell’evoluzione delle relazioni internazionali dell’isola. Nel 2009 il Presidente cinese Hu Jintao ha visitato il paese ponendo le basi per nuovi e ingenti investimenti cinesi. Diversi analisti hanno allora commentato la notizia collegando lo sviluppo delle relazioni sino-mauriziane con la penetrazione della Cina nel continente africano, verso il quale Mauritius può costituire ulteriore porta strategica di accesso. A ciò si aggiunge, e si ricollega, l’affermazione marittima della Cina anche presso le rotte commerciali dell’Oceano Indiano.
Altro evento rilevante è stata la recentissima visita del Primo Ministro indiano Modi dello scorso marzo. In questa occasione gli osservatori delle questioni internazionali hanno ricordato la crescente importanza per l’India della propria proiezione marittima, soprattutto verso quei paesi, quali Mauritius, ove la presenza indiana è molto forte (gli indo-mauriziani costituirebbero circa il 70% della popolazione); la circostanza assume ulteriore rilevanza se considerata nell’ambito della dialettica indo-cinese sulla presenza nell’Oceano Indiano.
I due esempi richiamati sono alquanto significativi del peso specifico non irrilevante di Mauritius, in un mondo multipolare nel quale nuove potenze emergono e cercano di consolidare la propria presenza in aree strategiche del globo. E fra queste, indubbiamente, l’area marittima che collega l’Asia all’Africa Orientale rappresenta un elemento da tenere in grande considerazione nell’evolvere dei nuovi assetti globali.
Peraltro, la posizione strategica di Mauritius influisce parimenti sull’intensificarsi dei flussi economico-finanziari nell’area. Si calcola che Mauritius abbia attratto decine di migliaia di società off-shore proprio in ragione del collegamento strategico che l’isola può offrire fra gli emergenti poli africani e quelli asiatici. In particolare, Mauritius è in tal senso considerata un importante elemento di raccordo economico-finanziario fra Sud Africa, Cina e India. Torna allora con maggior forza il riferimento ai più vasti cambiamenti globali in corso e all’affermarsi di nuovi equilibri multipolari: i paesi richiamati rappresentano infatti 3 dei 5 componenti del blocco dei BRICS (gli altri sono il Brasile e la Russia), una delle organizzazioni che maggiormente va ritagliandosi nel panorama internazionale nuovi spazi di autonomia a scapito dell’egemonia occidentale.
Più in generale, oltre alla posizione strategica, anche la stabilità civile e sociale, nonché le politiche adottate per attrarre i capitali stranieri, hanno contribuito non poco a creare un clima molto favorevole per gli investimenti stranieri. Si comprende allora il rilievo che l’isola assume per operatori economici e finanziari.

Infine, il dott. Guarini ha richiamato l’importanza delle peculiarità culturali di Mauritius, ricordate orgogliosamente in apertura all’Indipendence Day dal Presidente della Comunità, Sanjaye Bahadoor. Mauritius è infatti un paese caratterizzato da un’incredibile varietà etnico-religiosa: si è riferito che il 70% della popolazione è di origine indo-mauriziana; rilevante è poi la presenza della minoranza creola e, a seguire, quella della popolazione di origine europea, nonché cinese (quest’ultima pari a circa il 3% della popolazione). La varietà etnica si riflette anche sul piano religioso: la religione indù è quella dominante ma sono consistenti la presenza cristiana e quella musulmana, minore la presenza buddhista e quella di altri culti. La varietà religiosa si riflette sulla presenza, anche architettonica, delle diverse confessioni e l’interculturalità ha dato vita a espressioni artistiche e folkloristiche delle più originali, di cui manifestazioni come l’Indipendence Day offrono un assaggio. La pacifica convivenza inter-religiosa offre, peraltro, un interessante esempio di dialogo di civiltà. In un contesto globale in cui i mutamenti in corso si manifestano spesso anche nella forma di sanguinosi conflitti (basterebbe far riferimento al fenomeno ‘ISIS’ e ad un conflitto aperto in piena Europa, quello d’Ucraina) aumenta il rischio del riproporsi di paradigmi legati al concetto di scontro di civiltà, latamente inteso. Un paese come Mauritius costituisce, allora, un esempio molto piccolo e peculiare, ma altrettanto significativo, della concreta possibilità di dialogo e convivenza inter-culturale fra gruppi umani.


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