Mauritius… il Ciclone

Creato il 03 aprile 2013 da Federbernardini53 @FedeBernardini

 

La latitudine e la dimensione molto ridotta dell’isola, sono elementi rassicuranti per qualsiasi evento meteorologico ordinario e non straordinario.

La temperatura non cambia molto tra le due stagioni (estate da novembre a maggio ed inverno da giugno ad ottobre) cambia la durata del giorno e della notte. Considerando che c’è una escursione termica di almeno 8/10 gradi, si può affermare che esiste l’inverno solo perché la temperatura minima resta esposta per più tempo della massima.

Quasi mai c’è pioggerella di tipo milanese. Vigorosi ma rapidi scrosci, seguiti da alternanze di sole e nuvole, tutto sempre in una veloce evoluzione. Impossibile dire: “Oggi pioverà per tutta la giornata!” Perché se cosi è significa che c’è in atto una bassa pressione e, in relazione alla sua intensità, si è in grado di comprendere quanta e per quanto la pioggia rimarrà.

Dalla bassa pressione s’accede alla depressione, quindi alla tempesta tropicale, che è dapprima moderata, poi intensa , quindi il ciclone anch’esso moderato e/o… intenso.

All’inizio della stagione estiva (è praticamente impossibile che si formi un ciclone tra giugno ed ottobre) il “Summit” meteo dell’Oceano Indiano stabilisce venti nomi di eventuali cicloni della stagione. Il criterio è quello delle lettere dell’alfabeto. Per elencare 20 nomi si parte da A come Alberto e si finisce con S come Susanna. Se nell’area caraibica i cicloni sono tutti battezzati con nomi di donne, qui c’è una parità, per “accontentare” tanto Alberto quanto Susanna e …Gino, questo è il nome che è stato già dato ad una depressione che sta arrivando in quest’area.

Se è possible prevedere l’avvicinarsi di un ciclone, è praticamente impossibile “indovinare” se l’evento ci colpirà o no. I cambiamenti di traiettoria sono continui e, come già detto, l’isola è talmente piccola che centrarla in pieno in maniera devastante è capitato solo 3 volte in cinquant’anni.

La meteo m’interessa molto. Sono collegato tutti i giorni a “Meteomauritius”, dove si hanno delle immagini satellitari animate che permettono di comprendere le traiettorie di questi “fenomeni”.

…Questa volta (come accade spesso) siamo stati risparmiati, ma…

Negli anni in cui alternavo la mia vita tra l’Italia e Mauritius, qui non avevo ancora un computer e quindi niente Meteofrance, ma solo le previsioni del telegiornale che, all’epoca, non ci “prendevano” mai. Ricordo che dopo un pomeriggio carico di nuvole minacciose, al tramonto, il cielo è diventato color marrone. -Arriva il ciclone- m’ha detto il mio enorme vicino di villetta, mentre parcheggiava la sua auto. -Vedi Alberto- ha continuato Mahen -questi sono i colori del ciclone. Non si sbagliava. Alle 19 c’è stata la prima allerta. In questo c’è un’organizzazione d’informazione perfetta. Ogni ora ed in quattro lingue (francese, inglese, creolo ed hindi), radio e televisione, con una musica fatta di squilli di tromba, comunicano lo stato d’allerta che varia da 1 a 5. Nel primo c’è solo da prendere atto che siamo sotto traiettoria ciclonica. Nel secondo è bene cominciare a mettere in atto delle precauzioni (rifornire frigo, munirsi di pile e candele). Nel terzo si chiudono le scuole, gli aeroporti e non circola alcun veicolo perché l’assicurazione non risponde. Nel quarto si sta barricati in casa. Nel quinto ci sono danni enormi come caduta d’alberi , linea telefonica, elettricità, mancanza d’acqua. Chi ha case in muratura, toglie l’amaca, i tavolini, le poltroncine e le sdraio dal giardino. Chi ha la casa di…paglia (ormai inesistenti), va nei centri di rifugio che sono ospitali dall’allerta tre in poi; vengono elencati, in tutte le lingue, durante i comunicati orari.

Ma le allerta sono solo un mezzo d’informazione. In effetti, spesso, anche prima dell’allerta 1, siamo già sotto pioggia battente e raffiche di vento a 80 km. Diciamo che quando s’arriva all’allerta 5 le raffiche possono essere di 300 km.

Personalmente ho partecipato ad alcune allerta tre ed una sola quattro. Mai alla quinta, quella che c’è stata tre volte in 50 anni. L’aspetto più inquietante del ciclone è la notte. Si possono avere anche degli infissi doppi, ma il vento fischia ed il mare ruggisce dentro casa con un’invadenza inquietante. Ho detto inquietante perché gli stessi rumori, senza ciclone, sarebbero indizio di presenze estranee. Ma non ho mai avuto paura della natura, nel senso che non c’è da fare assolutamente niente. Comunque, durante un ciclone, non ho mai dormito. Quando le raffiche sono da 200 km, si vedono gli oggetti volare… in parallelo alla terra. Mancando subito l’elettricità, tutto va a batteria, dalla torcia al lab-top, ma internet è la prima a saltare. Si sta in apnea per un giorno, almeno tanto dura il passaggio del famoso occhio (il centro della bufera). Quindi come tutto è “montato” in un crescendo graduale ( a volte anche in poche ore si è passati dalla prima alla terza allerta) cosi…si “smonta”. Ma il sole è facile che spacchi la bufera più rapidamente di quanto la bufera abbia cancellato il sole.

E’ finito il ciclone. Da quel momento si deve stare molto attenti a tutto quello che ostruisce le strade, perché può nascondere pericolose insidie.

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L’articolo è stato scritto prima della devastante alluvione che nei giorni scorsi ha colpito Mauritius. L’Autore, per fortuna, non ha subito danni, ma si contano più di dieci vittime. Ci uniamo al lutto del popolo Mauriziano.

Alberto Nacci

Illustrazioni tratte dall’archivio fotografico di Alberto Nacci

 

 

 

 

 

 



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