Estate, spiaggia, primo caldo … finalmente.Maurizio
Solieri ama la zona
savonese, la conosce bene, l’ha vissuta a più riprese e ci torna sempre
volentieri.Questa volta contribuisce alla realizzazione di un sogno,
quello coltivato da una band locale, i Capovolti Vasco Tribute, musicisti di lungo corso
che dopo anni di presenza trasversale su ogni tipo di palco riescono a trovare
il modo per accostarsi attivamente al mito.Non è facile, tecnicamente parlando… qualche approccio
telefonico, pochi scambi di informazioni con la paura di “disturbare”, e ci si ritrova due ore prima del concerto
senza alcuna certezza, da entrambe le parti. La prima volta c’è sempre un po’
di rischio, la possibilità che non nasca il feeling, che sorgano
incomprensioni. E poi come sarà questo Solieri, così importante… burbero?
Intransigente? Saprà essere comprensivo?Maurizio Solieri è tra musicisti più significativi che abbiamo
in Italia, tanto che raccontare la sua storia pare cosa inutile, ma ha
mantenuto ben saldo il contatto con la realtà, cosa non semplice quando si
raggiungono certi livelli di successo e visibilità. Non ama i risvolti
folkloristici che spesso accompagnano il pubblico delirante, ma una volta
trovata la giusta sintonia con l’interlocutore del momento, la sua semplicità
diventa disarmante.A giochi fatti si può dire che meglio di così non poteva
andare, e le qualità de i Capovolti, probabilmente, hanno sorpreso lo stesso
guitar hero, che ha trovato una rapida e proficua integrazione.Vado Ligure è a poca distanza da Savona, e “Daubaci” è stabilimento balneare che
propone musica tutto l’anno, con la possibilità estiva di sfruttare un ampio
spazio adiacente alla spiaggia. E in questa occasione ogni centimetro di suolo
era occupato da un’audience arrivata in massa per sognare, davanti ad un gruppo
conosciuto, apprezzato da sempre, ma con la possibilità, almeno questa volta,
di osservare da un passo chi si è abituati a vedere da lontano, magari sul palco di San Siro o racchiuso in
uno dei tanti album diventati storia.I Capovolti scaldano il pubblico con quaranta minuti di
passato, ideati per ripercorrere idealmente una vita di musica. La risposta è
quasi scontata, così come l’entusiasmo che solitamente la band riesce a
suscitare: tanta grinta e passione lasciano anche questa volta il segno.E arriva il momento clou e quando Maurizio entra in scena
sono le 22.45. Il giorno scelto è il 16
Luglio 2014, data da ricordare per molti dei partecipanti all'evento.La risposta del pubblico non può essere comparata alle
esperienze vissute, ma vedere così tanto coinvolgimento e percepire l’eccitazione
e la soddisfazione diffusa è fattore che non può lasciare indifferenti, anche per
chi ha avuto l'opportunità di esibirsi davanti folle oceaniche.I “ragazzi” prendono coraggio e Maurizio capisce che … si può
fidare, e la squadra sembra quasi rodata e oliata nei meccanismi.Un sano rock, brani conosciuti e cantati spesso in coro, e un
Solieri che appare divertito nel mettersi a disposizione in un contesto nuovo,
ma di valore.Il pubblico è trasversale e il fatto anagrafico perde ogni
ragione di esistere, perché la Musica riesce a mettere tutti d’accordo.Sono queste le situazioni in cui il fattore tecnico conta
poco, persino le scelte dei brani sono marginali, perché il successo risiede
nella fusione tra i due poli, alla partenza opposti, ma col passare dei minuti privi
di ogni tipo di gap.L’apoteosi arriva con l’ultimo brano, ovviamente “Alba Chiara”, che riporta alle origini e
ha il significato della fermatura del cerchio.Un bella e serena serata di Musica… di più non si può proprio
chiedere, se non un nuovo appuntamento!
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