Magazine Cultura
Doveroso iniziare l’articolo riportando il pensiero seminale dell’album No Hunting, di Maurizio Urbani & Animali Urbani Per inciso, Maurizio ha fatto parte della giuria del “Premio Nazionale Massimo Urbani”, manifestazione atta all’evidenziazione delle eccellenze in campo jazzistico: http://www.premiomassimourbani.com/
Con la mente ed il cuore colmo di cotanto insegnamento, Urbani realizza un incredibile disco, difficile da raccontare: come si descrive il jazz? Parlare al singolare è un semplificazione, perché il team è nutrito - come è visibile nella lista di fine post - a cominciare da quel Federico Laterza che ha firmato tutti gli arrangiamenti, assieme a Maurizio, e ha avuto un importante ruolo in sede compositiva. Album composto da 12 tracce che lasciano il segno. Ho sempre notato una certa diffidenza della massa rispetto all’argomento “jazz”, magari accettato a piccole dosi all’interno di altri microcosmi; tutto si basa su errati pregiudizi; certo, la musica si ama o magari no, ma ho spesso visto relegare il jazz in confini ben determinati, perché … “troppo difficile, per intellettuali, senza regole…”. Accantoniamo un attimo l’elemento “cultura”, seppur basilare quando si parla di musica, anche se mi pare significativo ciò che mi ha raccontato pochi giorni fa il Maestro Mario Lanfranchi a proposito della sua esperienza americana in tempi ormai lontani: “… non era poi così facile avere accesso ai locali esclusivi di N.Y., dove si suonava jazz…”. Erano gli anni ’50, e forse certi mondi non erano così accessibili, ma l’evoluzione è stata rapida, rapidissima, tanto da permettere al jazz di arrivare a toccare il mondo della musica progressiva, attraverso il Perigeo di Giovanni Tommaso ad esempio, musicista citato a seguire e gruppo in cui ha successivamente bazzicato Maurizio Urbani. Questa lunga premessa per spingere il lettore a trasformarsi in… ascoltatore. No Hunting è carico di momenti emozionanti e credo che il video a seguire, Soul Eyes, possa esemplificare al meglio il mio pensiero. Federico Laterza, Massimo Urbani, Clifford Brown, Mal Waldron, John Coltrane, Chico Buarque de Hollanda… ecco da dove arrivano le idee compositive, una certezza per chi è del mestiere. Ma questo piccolo gioiello dovrebbe uscire dalla logica della nicchia… e mi auspico che sia così, perché predomina la caratteristica della trasversalità, tra generi musicali e stili espressivi. E così un tributo ad un grande musicista prematuramente scomparso diventa l’occasione per pensare al futuro, a sonorità che vanno oltre il virtuosismo e l’improvvisazione su canovaccio, ma propongono pennellate che, forse, basterebbe chiudere gli occhi e lasciarsi andare per poter apprezzare appieno, senza essere esperti o ammalati del genere. Maurizio Urbani pensava forse di creare un buon disco jazz, adatto alla commemorazione migliore per un affetto che manca, ma è andato oltre, e assieme ad un gruppo di amici di altissimo tasso tecnico ha realizzato l’immagine perfetta all’interno di un album carico di significati. Una vera fortuna venirne a conoscenza! Forse non ama molto le parole, Maurizio Urbani, privilegiando l’uso dei suoi sax, ma nella sinteticità emerge l’essenza di un pensiero chiaro, in parte incrinato dal dolore e da un po’ di delusione. E questa musica appare una medicina insuperabile… musica per l’anima, musica per tutti…
Lo scambio di battute…
Prima di tutto… riesci a sintetizzare il tuo percorso musicale, attraverso alcune svolte significative della tua vita? La mia grande fortuna è stata quella di essere fratello di Max, che mi ha introdotto a 15 anni, nel 1976, al Music Inn, dove orbitava il gotha del jazz italiano, europeo e mondiale. Suonare nelle jam con Max era semplicemente fantastico, vera scuola per farsi le ossa. E’ stato un onore apprendere da maestri come Pieranunzi, Giovanni Tommaso, Gatto, Rea, Fresu, Baker, Nistico, Cherry, Pullen, Larry Nocella: potrei stare delle ore ad elencare!
Il tuo CD “No Hunting” è dedicato a tuo fratello Massimo, a 20 anni di distanza dalla sua prematura scomparsa. Come definiresti la sua figura musicale, escludendo l’ ovvia perizia tecnica? Max era artisticamente un talento, sempre pronto a recepire quello che gli si presentava, senza risparmiarsi, senza pregiudizi. Love to much e Big Bros i brani originali e più significativi che Max amava suonare.
Come è avvenuta la scelta dei brani? Quali criteri ti hanno guidato? Esiste un filo conduttore tra le tracce? Il CD del gruppo Animali Urbani, No Hunting è frutto della mia collaborazione con Federico Laterza, compositore e arrangiatore.
In un momento di crisi generale, la musica patisce come ogni altro settore. Che spazi riesce ad occupare la cultura jazz? Ci sono speranze di uscire dalla nicchia? Siamo positivi. E’ un problema di coscienza, qui siamo nel quarto mondo... con molti talenti. Speriamo che le persone capiscano l'importanza delle arti sotto qualsiasi forma, struttura e... sentimento.
Da quali musicisti jazz del passato e contemporanei hai maggiormente attinto? Dai grandi e meno grandi. Da Lester Young a Bird Coltrane, Ellington, Mmonk, Davis, Mozart, Debussy.
Hai suonato anche in “zona Perigeo”, il contributo che il jazz diede alla musica progressiva. Che giudizio dai delle “contaminazioni”, in senso generale? La musica e' contaminazione e si nutrono di essa, popoli razze pensieri; grande esperienza il New Perigeo. Un sentito grazie a Giovanni Tommaso.
Il libro di Bill Bruford ha evidenziato - tra le tante cose - come la vita di un jazzista sia povera di soddisfazioni economiche, a qualsiasi livello di know how: domanda difficile… cosa occorre fare per poter vivere delle proprie passioni? Il grande Miles Davis insegna, tanta passione dedizione e… fortuna!
ANIMALI URBANI 4tet Maurizio Urbani: Tenor & Soprano sax Federico Laterza: Fender Rodhes piano, diamonica & keyboards Daniele Basirico: bass Alessandro Marzi: drums
ANIMALI SPECIALI Nicola Stilo: flute (track 1-7) Claudio Corvini: trumpet (track 1-4) Mauro Verrone: alto sax(track 2-3-6) Toni Formichella: tenor sax (track 2) Eddy Palermo: guitar (track 6-7-12) Francesco Mascio: guitar (track 8-10-11) Lutte Berg: guitar (track 5) Sanjay Kansa Banik: tabla (track 5-8)
All arrangements by Maurizio Urbani & Federico Laterza
1 ANIMALI URBANI (Federico Laterza) 6:32 2 I GOT ROCK (Massimo Urbani) 4:01 3 ONE FOR MAX (- Federico Laterza) 2:30 4 JOY SPRING (Clifford Brown) 6:33 5 DUDAFLEX (Federico Laterza) 4:52 6 A TRANE FROM THE EAST (Massimo Urbani) 5:38 7 SAMBA DO BECO (Federico Laterza) 6:13 8 GUADALUPE SQUARE (Federico Laterza) 6:18 9 SOUL EYES (Mal Waldron) 6.47 10 RESOLUTION (John Coltrane) 5:57 11 DISTRATTO MAN (Federico Laterza) 5:02 12 AS VITRINES (Chico Buarque de Hollanda) 4:17
Maurizio Urbani & Animali Urbani No Hunting (Triubute to Massimo Urbani) Label: VIDEORADIO / RAI TRADE edizioni musicali
BIOGRAFIA TRATTA DAL COMUNICATO STAMPA
Cresciuto musicalmente nell’area romana accanto al fratello Massimo, frequenta il Conservatorio 'Licinio Refice' di Frosinone come allievo di Ubaldo Maestri. Sostituisce Maurizio Giammarco nell’ultima formazione del ‘New Perigeo’ (Danilo Rea, Giovanni Tommaso, Agostino Marangolo, Carlo Pennisi). Collabora con RAI e Radio RAI in programmi condotti da Adriano Mazzoletti. Entra a far parte del quintetto di Giovanni Tommaso insieme con il fratello Massimo, Danilo Rea e Roberto Gatto, partecipando a importanti jazz festival quali Umbria Jazz '83, e riceve ottime critiche da parte di Leonard Feather sul Los Angeles Times e di Lee Jesky sul Down Beat nell'85 e '86.
Fa parte del quintetto di Enrico Pierannunzi e acquisisce un ottimo fraseggio hard bop. Affina il suo stile post coltraniano e continua suonare con musicisti tra i quali Paolo Fresu, Luigi Bonafede, Enrico Pierannunzi, Roberto Gatto, Furio Di Castri, Flavio Boltro, Stefano Sabatini, Antonello Salis, Maurizio Giammarco, Steve Grossman, Gianni Cazzola, Pietro Tonolo, Luca Flores, Larry Nocella e Chet Baker. Nell’86/87 fa parte del gruppo di Marcello Melis suonando con Don Pullen (Charlie Mingus Group), Don Moye (Art Ensemble of Chicago). Nell’89 è stato vittima di una dura malattia che lo ha escluso dalle scene musicali per tre anni. Nel '92 rientra e segna il suo ritorno alla musica.
Suona durante la serata del ventennale del Music Inn, storico locale romano, con il gruppo di Giovanni Tommaso.Nel '93 una tappa importante: registra The Blessing, opera postuma di Massimo Urbani, testamento spirituale del grande musicista italiano.
Nel disco, hanno contribuito Danilo Rea, Giovanni Tommaso e Roberto Gatto.
Interpreta nel 2005 la parte del fratello Massimo nel film di Riccardo Milani ‘Piano Solo’, dedicato alla figura del pianista Luca Flores e interpretato da Kim Rossi Stuart. Dal 2007 è presidente della giuria del Massimo Urbani Awards di Camerino (MC). Negli anni recenti svolge un intensa attività concertistica in locali specializzati e festival a fianco di musicisti quali Pietro Iodice, Pietro Ciancaglini, Claudio Corvini, Federico Laterza, Pietro Lussu, Lorenzo Tucci, Carlo Atti, Joseph Lepore e Andrea Beneventano. Nel 2008 realizza lo spettacolo ‘It’s Too max’ con arrangiamenti di composizioni originali di Massimo Urbani ed un'orchestra di solisti tra cui Antonello Salis, David Boato, Federico Laterza, Mauro Verrone, Giovanni Amato e Claudio Filippini, presentandolo alla Casa del Jazz di Roma.
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