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Mauro Biglino:”Ecco perchè la Bibbia non è un libro sacro”

Creato il 08 gennaio 2014 da Extremamente @extremamentex

“La Bibbia è uno dei tanti libri scritti dall’uomo nella sua storia, quindi contiene cose vere, cose false, cose inventate, cose esagerate, cose volutamente sminuite… Ecco perchè, a mio avviso, non è un libro sacro. Non lo è nell’accezione riportata dai nostri vocabolari di lingua italiana: dal momento che non parla di Dio, non lo possiamo definire così.”

 

Mauro Biglino:”Ecco perchè la Bibbia non è un libro sacro”

MAURO BIGLINO AL LAVORO NEL SUO STUDIO

Non usa giri di parole nè velate allusioni. Come sua abitudine, Mauro Biglino esprime con estrema schiettezza concetti a dir poco scomodi: le sue affermazioni smantellano le poche certezze che la maggior parte di noi- educati nella fede cristiana- credevamo di possedere. Lo ha fatto con il primo saggio, “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia”, ha proseguito con “Il Dio alieno della Bibbia” e “Non c’è creazione nella Bibbia”, lo ha ribadito- con più efficacia che mai- nella sua ultima fatica “La Bibbia non è un libro sacro- Il grande inganno”.

Sì, la Bibbia, sempre la Bibbia. Perché è proprio leggendo letteralmente il “Libro dei Libri” in lingua originale che Biglino ha elaborato la sua teoria sconcertante, che fa dell’umanità soltanto il prodotto di un esperimento di bioingegneria e di Dio un’entità tecnologicamente assai evoluta, ma assolutamente non trascendentale. Tra quelle pagine antiche, tradotte per anni per conto delle Edizioni Paoline, si è formata progressivamente la sua convinzione: quello che il testo afferma non corrisponde a quello che ci è stato insegnato.

“Io ho semplicemente letto il testo masoretico, quindi l’ebraico, da cui derivano le Bibbie che abbiamo in casa, operando una scelta metodologica particolare: ho fatto finta che ciò che è scritto sia esattamente quello che gli autori del tempo intendevano raccontare e che quindi non richieda l’applicazione di categorie interpretative tipo l’allegoria, la metafora, e così via.  

Con l’interpretazione letterale emerge un quadro, un mosaico che si sta componendo in modo sempre più chiaro, sempre più evidente: non c’è bisogno della categoria del mistero- il mistero della fede o il mistero di Dio-  perchè in realtà nel testo di misteri non ce ne sono”, dice l’autore.

Mauro Biglino:”Ecco perchè la Bibbia non è un libro sacro”

L'ULTIMO LIBRO DI BIGLINO

Ma se non c’è Dio nella Bibbia, allora di cosa parla? “Ci racconta la storia del rapporto tra un popolo e un individuo che noi conosciamo col nome di Yahweh, che era uno dei tanti componenti di un gruppo che la Bibbia definisce col termine Elohim e che in seguito la teologia ha unificato traducendo con la parola Dio, ma in maniera del tutto arbitraria e senza alcuna giustificazione. La Bibbia è sicuramente in gran parte un libro storico, soprattutto nelle parti non originali, ovvero nelle parti che gli autori biblici hanno recepito dalle popolazioni del Medio Oriente e che poi hanno rielaborato adattandole alle vicende del loro popolo.”

Si riferisce specialmente alla Genesi, che presenta molti punti in comune con la Cosmogonia e l’epica della Creazione di Sumeri, Babilonesi e Assiri. Ormai gli storici e i linguisti concordano nell’affermare che le tavolette mesopotamiche furono le fonti dalle quali attinsero gli autori biblici- sintetizzando, togliendo, aggiungendo, modificando, come spesso fa chi copia. Tuttavia, grattata via la patina superficiale, la sostanza corrisponde, le storie sono le stesse. Ma mentre per gli accademici si tratta solo di miti, di fantasie poetiche, per gli studiosi alternativi si tratta invece di fatti reali. Le storie sarebbero Storia. E ne è convinto anche Biglino.

Ma chi erano allora quei signori, che tra il Tigri e l’Eufrate venivano chiamati Anunna/Anunnaki e che gli Ebrei invece definivano Elohim? Sicuramente, dice lo scrittore, non erano divinità- almeno non nel senso comune del termine. E non lo era neppure Yahweh. “Ci sono parecchi passi che lo confermano”, dice Mauro Biglino.”Innanzi tutto, lui non si definisce mai Dio, mai si definisce creatore: anzi, ogni volta che si  presenta deve ricordare il suo curriculum, nel quale in qualche modo deve spiegare e giustificare chi è.


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