Magazine Arte

Mauro Padovani, confessioni ultime

Creato il 17 luglio 2015 da Wsf

cover 1

Benvenuto su Words Social forum Mauro

“Quando nasce e si sviluppa la tua passione per il fumetto e l’illustrazione?”

Innanzitutto  volevo ringraziare te e WSF per l’ospitalità.

La passione per il fumetto e il disegnare l’ho sempre avuta. Mia madre mi raccontava che da piccolissimo stavo ore a sfogliare gli albi di Topolino e ridere, ancora non sapevo leggere.

Da che mi ricordi ho sempre disegnato, e la scoperta di fumetti come Tex, grazie a un mio zio,  e gli albi supereroistici mi spinse ad provare a mettere su carta quello che vedevo. La lettura del primo volume di Comanche di Hermann e Greg (penso il primo fumetto che ho letto) mi spinse a provare a fare fumetti. Alle scuole medie ho avuto una buona insegnate di disegno artistico che mi ha spronato ed aiutato. Decisi di scrivermi all’Istituto Statale d’Arte di Chiavari dove appresi i rudimenti del disegno e dell’arte in generale.

Finito gli studi mi iscrissi alla Scuola Chiavarese del Fumetto dove imparai a fare fumetti.

Dopo questa esperienza ho iniziato a collaborare con varie fanzines (Casablanca, Amazing Comics, e tante altre).

Il primo mio prodotto professionale fu per l’editore “Il Marchio Giallo”, una storia in formato bonellide di 90 pagine che realizzai  in tre mesi, nonostante dei grossi problemi di salute. Realizzare questo fumetto mi aiutò molto a velocizzarmi ed a migliorarmi.

Subito dopo iniziai a collaborare con la Phoenix di Palumbo e Brolli per cui realizzai varie storie estreme, ma a causa del fallimento della casa editrice venne pubblicata solo una storia breve, che riscosse un buon successo. Realizzai anche una storia per la rivista Selen (Edizoni 3intini).

Nel 1999 realizzai Bullet & Justine, progetto che rimase nel cassetto per vari anni a causa il mio abbandono dal mondo del fumetto, per dedicarmi ad un altro lavoro che mi permettesse di sopravvivere.

Il progetto avrebbe dovuto uscire come webcomics in un progetto comune che vedeva Salda Press e altri editori indipendenti, ma per un incidente del curatore tutto venne cancellato.

“Come vedi cambiato il mondo del fumetto nei tuoi ormai vent’anni di carriera artistica?”

Il fumetto é decisamente cambiato, con l’uso globale di internet che permette un maggiore esposizione, per chi fa fumetti é più facile farsi notare. Quando iniziai per poter parlare con un editor di una casa editrice  o un autore si doveva andare a una fiera o andare fisicamente nei loro uffici. Adesso con una email si raggiunge chiunque in tutto il mondo e le possibilità di collaborare all’estero sono maggiori. Ma ciò non vuol dire che sia semplice trovare un editore, perché oggi c’è una concorrenza più vasta.

31

“Sei stato sempre una scheggia impazzita all’interno dell’editoria italiana. Ti sei autoprodotto quando ancora non esisteva il crowfounding e la libertà delle piattaforme digitali ed in tal senso sei stato un precursore, credi che anche le tematiche dei tuoi fumetti fossero troppo in anticipo sui tempi”?

La Phoenix mi chiese di fare dei fumetti erotici e realizzai tre volumi, Tales From Planet Dominia, White Squaw e Snuff Night. Fumetti “no words” che sarebbero dovuti uscire in Europa e negli Usa. Mi era stata data totale libertà creativa ed ero rimasto totalmente affascinato dalle storie di Miguel Angel Martin e dalla lettura dei libri del Marchese DeSade.  Questi tre volumi furono realizzati di getto. La chiusura della Phoenix e acquisizione del materiale della casa editrice da parte di Magic Press (l’uscita di Snuff Night per MP fu data sui vari cataloghi) mi entusiasmò, ma subito dopo vennero i problemi. L’uscita del fumetto fu sospesa causa le paure dell’editore di possibili denunce.

Ero in anticipo sui tempi, e non avrei trovato nessun editore italiano interessato ai miei fumetti. Il mio errore fu di provare a proporre ad altri editori queste storie. I continui rifiuti mi spinsero a staccare dal mondo del fumetto per vari anni. Alla fine dopo alcuni anni mi sono autoprodotto e le vendite mi dettero ragione nel credere in questo progetti, che pero’ influenzarono la mia carriera in negativo.

04

“A differenza di alcuni tuoi colleghi tu utilizzi ancora materiali classici come la matita e la china, pertanto ti chiedo come nasce tecnicamente un tuo lavoro?”

Si, matite e chine sono ancora tradizionali, ma poi lavoro le tavole con photoshop, programma che uso anche per colorare, dunque sono parzialmente tradizionale.

Di solito quando realizzo una tavola o una illustrazione, butto giù l’idea su un foglio di scarsa qualità, lo schizzo realizzato velocemente ma con già tutte le linee che userò per la versione definitiva.

Con la lavagna luminosa ricalco il disegno sul foglio definitivo. Aggiungo i particolari e poi chino con penne di vario spessore ( chino solo i contorni). Quando ho finito faccio una scansione la tavola e la lavoro con photoshop: bilancio e aggiungo i neri.

“Bullet e Justine è un moderno western in salsa vampiresca, un insieme di situazioni e citazioni tratte da pellicole e libri che spaziano dal classico all’underground. Come sei arrivato a creare quella che ad oggi è il tuo fumetto più importante e conosciuto, pubblicato in diverse parti d’Europa non ultima il Belgio?”

Bullet & Justine nacque come esercizio durante la lettura del libro “Scrivere Fumetti” di Diego Cajelli. Nel frattempo Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli, mi consigliarono di leggere fumetti alcuni fumetti Vertigo ( 100 Bullets, HellBlazer) e tutto questo unito alla mia passione per DeSade e ai film d’azione di Hong Kong e di Tarantino, crearono gli spunti per l’incipit di BJ.

Disegnai le prime 22 pagine e andai a Lucca ed ebbi ottimi responsi, e realizzai le prime 90 pagine che racchiudono il primo arco narrativo.Ma i contrattempi di cui ho parlato mi costrinsero ad metterlo in un cassetto. In un negozio di fumetti genovese, incontrai Sara Raffo, che divenne da subito mia amica e che mi dette l’idea di autoprodurmi.  Stampato il fumetto andai a Lucca comics con alcune copie nello zaino, da regalare ai miei amici autori che mi avevano fatto disegni e introduzione ( Matteo Casali, Giuseppe Palumbo, Alessandro Biaggi, Andrea Borgioli e Giuseppe Camuncoli) e vendere qualche copia negli stand dei negozi di fumetto. Le vendite andarono bene e in fiera venne a cercarmi Stefano Perullo per chiedermi di distribuire Bullet & Justine sul catalogo di Pegasus. Subito dopo trovai anche un editore olandese, che acquisto anche le mie storie erotiche.

Disegnai anche altre 90 pagine della saga. Purtroppo, Bullet & Justine non venne pubblicato in Olanda causa il fallimento dell’editore, ma era questione di una decina d’anni prima che venisse pubblicato i quei lidi.

Bullet & Justine nel 2102 venne pubblicato in Italia da Proglo (Prospettiva Globale) in 4 volumi (il primo riveduto  i gli altri tre inediti). Nel 2015 l’editore fiammingo Uitgeverij T’Mannekesklad ha iniziato a pubblicare la saga in formato francese con copertina rigida e l’aggiunta del colore rosso.

Presto dovrebbe uscire anche l’edizione inglese da parte di SSTR Publications.

matita pg.1

pg.1-Bearwood

pg.1(ink) Bearwood

“Cosa ti ha dato e cosa ha tolto secondo te il digitale al fumetto?”

Tolto nulla, ma ha velocizzato la lavorazione delle mie tavole e la loro colorazione.

“Quali autori hanno maggiormente influenzato il tuo modo di fare fumetto?”

I disegnatori che più mi hanno influenzato sono: Hermann, Eleuteri Serpieri, gli autori della Scuola Grafica Salernitana (Roberto De Angelis, Bruno Brindisi, Luigi Siniscalchi) e la scuola argentina: Mandrafina, Eduardo Rizzo e Marcelo Frusin.

Scrittori:  Garth Ennis, Brian Azzarello, Diego Cajelli,  Joe R. Lansdale e James Crumley.

Nel mio modo di raccontare una storia c’é anche l’influenza del cinema e della tv.

“Che cos’è per te il fumetto?”

Il fumetto é  un fantastico medium , che mi permette  di esprimermi e raccontare delle storie.

cover definitiva

Bearwood (cover grey)

“Cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto creare?”

Il creare  é una sorta di maledizione, finche’ non finisco un disegno vivo in uno stato di apprensione. La soddisfazione di vederlo finito e poi stampato e’ unica. Il disegnare e’ un lavoro che si fa in solitudine, e forse questo ha influito un po’ nelle relazioni sociali.

“Le tue opere sono state idolatrate da alcuni e criticate violentemente da altri. Vuoi per tematiche molto simili a quelle che hanno reso grande la Avatar Press (Sesso ed iperviolenza), o per semplice antipatia personale; ma la mia domanda è perché in Italia questi due elementi sono ancora così malvisti seppur a fini puramente narrativi?” 

Sesso e violenza sono delle combinazioni rischiose ed in Italia come in America fa più paura il sesso.  Il sesso  é una cosa che molta  gente vuole tenere nascosta ma é un atteggiamento molto ipocrita, visto l’abbondanza di pornografia che si trova in rete e ovunque.

“Che ricordo hai delle critiche anche piuttosto accese che hanno accompagnato opere come “Snuff night”, “White squaw”?

Tutto e nato in una Lucca Comics, il mio vicino di tavolo non era rimasto molto contento che i miei fumetti vendevano piu’ di quelli che produceva lui. Dopo questo sono stato spesso attaccato, ma alla fine e’ stata tutta pubblicità. Cose che fanno parte del passato.

“Che cos’è per Mauro Padovani la violenza fumettistica?”

La violenza nel miei fumetti é catartica e ironica. Mi piacciono i film o le tv serie con contenuti forti ma aborro la violenza reale.

“Come vedi l’attuale situazione editoriale italiana?”

Non saprei, ci sono tantissimi bravi disegnatori, e adesso che sono in Belgio non seguo molto quello che succede in Italia.

guerriera

“Nessuno ha mai scritto, dipinto, scolpito, modellato, costruito o inventato se non, di fatto, per uscire dall’inferno. Antonin Artaud” 

Qual’è il tuo personalissimo inferno dal quale desideri uscire?”

Il fumetto, per parte della mia vita, é stato una valvola di sfogo di alcune mie vicende personali, in primis il capire il mio orientamento sessuale. In questo momento il fumetto é un lavoro.

“Come vorresti essere ricordato e cosa ti senti di dire oggi a coloro i quali non hanno puntato sul tuo talento quando potevano?”

Vorrei essere ricordato per le mie storie e con l’onesta con cui ho sempre portato avanti il mio discorso fumettistico. Per chi non ha creduto in me non ho nulla da dire, io stesso a volte sono il primo che lo fa.

cover inked  quasifinita2

Grazie Mauro

Official site Bullet e Justine: http://bulletandjustine.blogspot.be

Official personal site: http://mauropadovani.blogspot.be

Official Fb page: https://www.facebook.com/pages/Mauro-Padovani-Comic-Book-Artist-Fan-Page/200515709967750?fref=ts

Christian Humouda


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines