Presentandosi sul palco con un look ogni sera diverso e due brani di assoluta originalità, Max Gazzè è stato senza dubbio uno degli artisti più apprezzati della 63esima edizione del Festival di Sanremo a cui ha preso parte per la quarta volta con il suo progetto dal titolo Sotto casa. Prodotto dalla Virgin e uscito il 14 febbraio, in data strategica e in contemporanea con le sue performance canore, il disco – l’ottavo della sua carriera – è stato composto dal cantante romano assieme al fratello Francesco, con cui forma da anni un consolidato duo artistico che nel tempo ha dato vita a molte hit musicali. L’album, ideale seguito di Quindi? del 2010, contiene dieci tracce, due delle quali ascoltate a Sanremo: I tuoi maledettissimi impegni e Sotto casa, quest’ultimo poi scelto dal pubblico e dai critici come brano in gara. Il disco propone sonorità nuove ed originali e in merito a questo lo stesso Gazzè afferma: «Ho lavorato su esperimenti, dando vita a testi e sonorità particolari. Ho usato un vecchio mixer degli anni ‘60/’70 e compressori a valvole per scaldare il suono. Da questi accorgimenti sono nate canzoni che sembrano suonare come alcuni vecchi dischi dei Led Zeppelin. È tutto suonato, curato nei particolari, c’è pure l’Hammond». Max continua affermando che si è voluto porre, in un certo qual modo, in continuità con artisti del calibro di Goran Bregović, Paolo Conte, Franco Battiato e Francesco Guccini. E io aggiungerei per sonorità e atteggiamento, anche Fred Buscaglione. Si tratta di un album vario e per certi aspetti “variato”, nato da suoni vintage, tanto in voga ai nostri giorni, in cui la leggerezza del pop si coniuga all’impegno, perché Max, come sempre, dà vita a canzoni dalle melodie orecchiabili con testi che affrontano tematiche serie.
Il cantautore in questo disco ha detto di puntare alla sperimentazione, anche se le tracce sono ascrivibili al puro stile Gazzè, dunque questa voglia di sperimentalismo è limitata a pochi ed incisivi momenti; per il resto sono tutte canzoni legate ai brani classici del suo repertorio. Tuttavia la cosa che colpisce positivamente è la capacità del raffinato ed originalissimo cantautore di trasmettere l’immediatezza della musica e del testo insieme, un mix perfetto di parole e note che conquista sin da subito il fruitore. Il suo stile continua ad essere inconfondibile, uno stile in cui hanno spazio le allitterazioni sceniche e musicali, vero e proprio marchio di fabbrica del suo successo. Gazzè riesce magistralmente ad interpretare anche visivamente ciò che canta, dando senso alle parole dei suoi testi, una delle tante facce del suo talento di artista eclettico e anticonformista. La sua prossemica non è scenografica ma parte integrante della sua poetica musicale. Forte delle sue esperienze teatrali, cinematografiche e radiofoniche, Gazzè incarna il perfetto artista istrionico e versatile, che sa coinvolgere il pubblico nelle sue performance. Tre sono le parole chiave attorno a cui l’album è costruito: ironia, sarcasmo ed intimismo, il cui emblema è sicuramente rappresentato da Sotto casa. La traccia nasce da suggestioni riprese dal pop progressive e dallo ska folk, ma la melodia rimanda a sonorità proprie del circo (collegamento a cui ha contribuito il suo eccentrico look sanremese), oltre che a rifarsi ai suoni tipici dei Balcani. Il brano ha un ritmo trascinante, vorticoso, le parole sono pregnanti.
Stando a quanto dichiarato da Gazzè, il tema del pezzo è scaturito da un episodio realmente accaduto: un giorno infatti hanno suonato a dei suoi vicini di casa alcuni Testimoni di Geova che, come risposta, hanno ricevuto una porta chiusa in faccia. Ciò ha ispirato Max e il fratello Francesco a dar vita ad un testo in cui il tema non è la polemica contro la religione ma un appello al dialogo ed alla collaborazione fra i vari gruppi, auspicando un’apertura e una volontà di ascoltare ciò che l’altro, diverso da noi, ha da dire. La polemica, se c’è, sta nella chiusura nelle proprie ideologie. Qui difatti l’ironia delle parole passa al sarcasmo e conduce alla riflessione. La porta chiusa in faccia fa sì che si produca uno sproloquio, intesa come metafora della chiusura di ogni gruppo religioso nel proprio credo. Altro brano che merita di essere ascoltato è I tuoi maledettissimi impegni, che si configura come vero e proprio inno d’amore alla donna che non ha mai tempo per stare col compagno; è una polemica contro la frenesia del mondo che sacrifica gli affetti. Il pezzo presenta un mix perfetto fra suoni elettronici e archi. Seguono poi le ballate classiche Buon compleanno, Con chi sarai adesso, Il nome delle stelle e L’amore di Lilith, tutte canzoni sofisticate e ben suonate. Altra cosa di cui vale la pena parlare è il fatto che su iTunes, per la prima volta per il mercato italiano, tutti i brani sono proposti anche in versione strumentale. Per promuovere il disco il cantautore, nei mesi scorsi, accompagnato dalla sua band su un furgoncino anni ‘70, in perfetto stile rock and roll, è stato in giro per un tour europeo che ha toccato Berlino, Bruxelles, Londra, Parigi e Barcellona. Da qualche giorno è invece cominciato l’estivo Sotto Casa Tour che farà tappa nelle più importanti città italiane.