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Maxi Dylan Dog 20

Creato il 21 febbraio 2014 da Flavio
Maxi Dylan Dog 20Maxi Dylan Dog n° 20
Uscita:14/02/2014
Copertina: Angelo Stano
Io uccido, tu uccidi
Soggetto e sceneggiatura Giovanni Di Gregorio
Disegni Ugolino Cossu
Una ragazza ferita bussa alla porta dell'Indagatore dell'Incubo. Nella corsa per portarla all'ospedale Dylan investe con il suo maggiolone un uomo che da una moto gli spara contro. Qui inizia la sua disavventura in un gioco al massacro a cui non vorrebbe partecipare. Groucho viene rapito e la sua vita è appesa all'unica possibilità: Dylan Dog deve uccidere dei bersagli indicatigli e non farsi ammazzare dal cacciatore incaricato di eliminarlo. Un gioco estremamente pericoloso nel quale non si può contare sugli alleati: ognuno di loro ha qualcosa di prezioso da perdere.
Interessante. Un storia decisamente ispirata al romanzo di cui fa menzione anche il protagonista al suo amico più caro, il Commissario Bloch, che prende. Buon ritmo ed una bella agilità nei dialoghi la rendono piacevole nonostante sia evidente che la "regola 6" metta in gioco troppe variabili per un gioco così complicato. Di Gregorio porta il gioco d'azzardo ad un nuovo livello.
L'attimo morente
Soggetto e sceneggiatura Giancarlo Marzano
Disegni Ugolino Cossu
Philip Baxter, definito dalla critica il “poeta del dolore”, fotografo. Da alcuni giorni la moglie non riceve più sue notizie ed una sua mostra personale è alle porte. Dylan Dog viene incaricato di ricercare l'artista scomparso, ma l'indagine sembra condurlo anche sulla strada di una serie di efferati omicidi, in qualche modo legati tra loro.
Non si era parlato di fotografia così spesso su Dylan Dog quanto in questo mese solare. Il numero della serie regolare del mese di Gennaio, ... E lascia un bel cadavere, era proprio incentrato su un fotografo e la sua capacità di intrappolare l'anima dei suoi soggetti. Questa storia del Maxi di Febbraio ha il suo fulcro su un fotografo ossessionato dalla morte e dal suo bisogno di fotografarla. Se devo essere sincero, dato che il paragone è d'obbligo, ho preferito la storia del mensile a questa. Nonostante l'opera di Marzano sia intrigante e ben articolata, anche se a tratti risulta prevedibile, avrebbe guadagnato dall'essere pubblicata a qualche mese di distanza dall'altra, visti i punti di contatto.
Racconti sotterranei
Soggetto e sceneggiatura Luigi Mignacco
Disegni Ugolino Cossu
Alle case editrici arrivano parecchi manoscritti. Se lavori per un editore di testi horror ti capiterà di leggere di morti ammazzati da streghe, licantropi, vampiri e fantasmi. Quando, però, i racconti letti la sera prima rispecchiano fatti di sangue che avvengono nelle strade della tua città la situazione si fa problematica. Una redattrice alla quale stanno capitando queste terribili coincidenze si rivolge all'Old Boy per assegnargli un'indagine che lo metterà sulle tracce di parecchie creature soprannaturali. 
La peggiore del gruppo. Ma di tanto. Mignacco continua ad essere in crisi profonda di idee e si rifugia nella classica formula di chi non ha ispirazione: i racconti. Legati dal filo rosso che è la redattrice della casa editrice, i diversi racconti spaziano tra il banale, il penoso e l'inutile toccando picchi di tristezza narrativa raramente raggiunti. Mi dispiace molto, e devo averlo già scritto in altri post, per la fine della vena di un autore che ci ha regalato storie che hanno creato il mito di Dylan Dog. Un accorato appello alla Bonelli: fermatelo! Dategli un minimo salariale per non scrivere per un anno o due e poi chiedetegli non più di una storia all'anno. Vedrete che avendo più tempo per concentrarsi qualcosa di decente la cava fuori. Oppure giratelo su altre delle vostre serie minori, che so Dampyr per rimanere in tema o Nathan Never, visto che su Martin Mystère ha fallito pure lì. Salvatelo.
Visto che l'albo è "dedicato" ad un unico disegnatore ho pensato di tirare le somme su di lui in chiusura.
Cossu è un autore molto amato dai fan di Dylan Dog. Il suo tratto pulito e preciso dove i neri sono neri, i bianchi sono bianchi e la divisione spaziale della monocromia è sempre piacevole sono i suoi grandi punti di forza. Quello che gli si può rimproverare, bonariamente, è la fatica che fa nel tentare di distinguere fisicamente i comprimari femminili delle storie che disegna. Molto spesso le sue donne sono caratterizzate da visi tondi, occhi piccoli, ma espressivi, molto delicate. Donne molte belle ed intriganti, che vorresti incontrarne così tutti i giorni, che spingono il lettore all'invidia verso il loro beniamino che ha la fortuna di avere a che fare con loro così da vicino.
Un buon albo, anche se 6.20€ non sono pochi per un prodotto del genere, che propone una storia intrigante, un piacevole dejà-vù ed un triste canto del cigno tutte disegnate da una mano capace, ferma e gustosa.

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