Se il titolo evoca visioni bibliche e lascia presagire un romanzo nel quale il bene ed il male giocano a rincorrersi tra le tenebre e la luce, la trama “in giallo” di Maxima Culpa, secondo titolo per Marco Nundini, regala però una visione più ampia delle debolezze e delle paure umane. Sentimenti che, oltre a fare da sfondo ad un’indagine criminale ben architettata nel ritmo e nella tensione narrativa, caratterizza una benpensante comunità di fedeli che, nella Verona snob del nostro millennio, predica bene ma razzola assai male.
A non smarrire la fede, per le indagini piuttosto che per le strade della salvezza eterna, è Loreta Assensi, una giovane ispettrice della polizia scaligera, che si troverà coinvolta in una serie di inquietanti ritrovamenti tra le boscose colline veronesi. In un racconto che ama impregnarsi dei grandi temi che lacerano la nostra società, l’immigrazione, la diversità, il nuovo assetto geopolitico dell’Europa, resta però sempre ben individuabile l’ordito criminale che la mente umana non fatica mai a tessere.
Ad aiutare la giovane investigatrice, alla sua seconda indagine tra le righe, un universo circense di singolari femminilità. Dal medico legale che arriva da lontano all’archeologa forense “nata sotto un cavolo” , vera chiave di volta per interpretare i segni lasciati da chi uccide. Tracce che ci giungono da un passato remoto e che ci riportano a rileggere antiche superstizioni sotto una nuova luce. Un giallo italiano ben ritmato e mai banale.
La quarta di copertina
In una Verona letargica per il caldo estivo, Loreta Assensi, giovane ispettore di polizia, indaga su alcuni strani episodi accaduti tra le boscose colline che sovrastano la città scaligera: ragazzate e nulla più secondo i suoi superiori. Nessuno sospetta quanto la sensuale investigatrice sta per scoprire. Un brutale omicidio macchia di sangue i sentieri che corrono tra le ville della Verona bene, un’ombra maligna che serpeggia tra i pini ed i cipressi delle Torricelle. Lassù, dove lo sguardo abbraccia un panorama fatto di campanili, croci e santità, la fede di un’intera comunità parrocchiale vacilla alle lusinghe del peccato e nasconde verità inconfessabili tra le pieghe della devozione. Un’indagine senza respiro che, tra piste internazionali e mitologiche visioni di un oriente biblico, racconta l’eterna lotta tra il bene ed il male.
L’autore
Marco Nundini nasce a Reggio Emilia. Giornalista pubblicista da oltre un decennio, ha lavorato con le maggiori riviste italiane di viaggi e turismo (Gente Viaggi, Panorama Travel, Quì Touring, Oasis, Traveller Condé Nast) firmando reportage da ogni angolo del pianeta. Per due anni ha coordinato l’area iniziative speciali del mensile Itinerari e luoghi. Nel 1999 ha ricevuto dal Presidente del Messico il premio giornalistico “Pluma de Plata”, quale autore del miglior reportage sul paese in lingua italiana. Oggi vive e scrive a Verona. Per Ibiskos Editrice Risolo ha già pubblicato Vite Corsive nel 2008.
Info
http://www.marconundini.it
http://blog.marconundini.it