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Il sequel riprende dal punto esatto in cui era terminato l’altro, per cui dovrete avere una memoria di ferro per ricordarvi cosa succedeva un anno fa ai protagonisti oppure leggere la mia recensione qui. Per i più pigri: tanti ragazzi e una sola ragazza sono delle cavie rinchiuse in un labirinto dal quale non c’è via di uscita finché uno di loro, Thomas, non riuscirà ad aprire un varco, scatenando una guerra senza esclusioni di colpi. Nel sequel il nostro eroe è ancora animato da curiosità e ribellione e continua a lottare per scoprire la verità.
Se il precedente capitolo era il migliore dei film
figli di Hunger Games, anche questo sequel non delude le aspettative di chi si
aspetta un film d’intrattenimento e d’azione. Quest’ultima è garantita da un
montaggio formidabile e una serie infinita di colpi di scena, inseguimenti e
fughe: per una buona oretta il film mantiene altissima l’adrenalina e il coinvolgimento
degli spettatori, peccato che la durata sfori le due ore e alla lunga le pecche,
soprattutto di sceneggiatura, saltino a galla.
Il primo film della saga aveva infatti il suo punto
di forza nell’unità spaziale, il labirinto. Il sequel vanta ottimi momenti
nelle parti più claustrofobiche (e non mancano), poi però avanza per accumulo
mischiando troppe ambientazioni ed elementi: zombie, metropoli
post-apocalittiche, droghe, guerrieri del deserto che fanno tanto Mad Max… L’importante
è non prenderlo troppo sul serio e affrontarlo per quello che è: un film d’azione
e intrattenimento, coinvolgente e perfino divertente. E poi il sequel arriverà tra un altro anno, box office permettendo.
Voto: 6/7
