Niente processo alla difesa o al gioco monotematico del Napoli?
«Mi viene da sorridere! Chi lo dice non capisce la tattica o non guarda bene le nostre partite! La nostra crescita non è completa e, certo, c’è sempre da migliorare, ma tutti sanno esattamente cosa fare. In più siamo capaci di cambiare in corsa. Invece gli avversari ci affrontano con la difesa a tre. Evidentemente ci temono».
Un suo cavallo di battaglia è la griglia del monte ingaggi: il Napoli è settimo e dunque settima posizione. Ma non aggiunge il suo stipendio.
«Parto da un parametro oggettivo: lo stipendio e non il valore assoluto dei giocatori. Non solo siamo in linea, ma ancora una volta si sta dando più del massimo visto che siamo in corsa su tre fronti. Il mio ingaggio è commisurato alla produttività aziendale. E da 10 anni il campo mi dà ragione».
Ad esempio la Coppa Italia, mercoledì con l’Inter.
«Niente proclami. Ma finché ci sarò io garantisco ai tifosi che daremo il massimo contro chiunque. Anche contro la supercorazzata Inter (super davvero, seguendo il ragionamento di Mazzarri sugli ingaggi, ben 100 milioni di euro in più)».
E della Lazio che ne pensa?
«Ha fatto una campagna acquisti di rilievo prendendo calciatori esperti. Ha capito che per restare in alto doveva aumentare il tetto ingaggi».