McCaw e Carter a Treviso, perché è molto più di un sogno

Creato il 19 marzo 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

D’accordo, il primo aprile è piuttosto vicino e tutti alla lettura della notizia abbiamo pensato a uno scherzo. Al più a un sogno irraggiungibile. Perché vedere Richie McCaw e Dan Carter con addosso una maglia di un club italiano, ancorché per un periodo limitato di 5 mesi, è roba da quasi fantascienza. Quasi, appunto. Perché in realtà il progetto è molto più concreto e avanzato di quanto non si creda: i soldi – tanti – necessari arriverebbero da alcuni sponsor, Canterbury – la province neozelandese nella quale giocano i due all blacks – è disponibile, i giocatori pure. Intendiamoci, non c’è nessuna ufficialità e in società a Treviso le bocche sono cucitissime, non passa nemmeno uno spiffero, se si chiede qualcosa la risposta è il silenzio più totale e assoluto.
Però qualche rumors c’è, voci che raccontano di una trattativa iniziata parecchi mesi fa e che ora però sarebbe in un momento di stand-by. Non c’è nessun ripensamento in corso da parte dei diretti interessati, ma a frenare è la situazione “politica” italiana. L’incertezza sulle regole della prossima stagione avrebbe spinto Crusaders e Benetton ad attendere l’evolversi della situazione, visto che al momento mancano i presupposti per siglare un accordo quasi pronto.
Ovvio che nella Marca si speri in una rapida soluzione. E non solo per la vicenda Carter-McCaw, ma per la programmazione della prossima stagione: siamo a metà marzo e regna ancora troppa incertezza. Le principali squadre europee sono al lavoro da almeno un paio di mesi per la costruzione delle rose del 2012/2013, in Italia invece le cose vanno a rilento. Treviso ha rinnovato il contratto per due anni a tutto lo staff tecnico, alla fine tutti i “big” richiesti all’estero dovrebbero rimanere (Zanni, Ghiraldini, Cittadini), ma per le altre mosse si attende che la situazione venutasi a creare con la federazione si chiarisca. Al più presto possibile, e comunque è già tardi. Certo, gli Aironi in questo sono messi peggio, ma la cosa non fa felice proprio nessuno. Insomma, se Atene piange Sparta di certo non ride.

Tornando a Carter e McCaw, va da sé che saremmo davanti a un’operazione di livello internazionale dai molteplici effetti. Quello prettamente sportivo, con il portare in Italia due dei più forti All Blacks di sempre quando ancora sono nel pieno della loro carriera. Quello mediatico/commerciale, con stampa e sponsor che per qualche mese letteralmente assedierebbero Treviso.
Ma forse l’aspetto più importante e di lunga durata sarebbe quello pedagogico: per 5 mesi giocatori e giovani in biancoverde potrebbero vivere fianco a fianco, dividere allenamenti e spogliatoi con due dei giocatori più forti degli ultimi decenni. Una fonte di insegnamento che vale molto di più dei (tanti) soldi necesari per portare i due in Veneto. Il vero surplus dell’operazione sarebbe questo.
C’è infine un ultimo aspetto che non va dimenticato, più politico-diplomatico: se l’accordo andasse in porto Treviso “riabiliterebbe” da quelle parti (la Nuova Zelanda) il nome dell’Italia, che dopo la vicenda FIR/Auckland Blues non è che proprio brilli sotto la voce “affidabilità”.


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