Donna in costume, Mercato delle Gaite, Bevagna
In mostra a Perugia immagini di un’Italia che molti pensano ormai perduta. Immagini che ci parlano di un modo di vivere in cui i rapporti tra le persone sono importantidi Gaetano ValliniProbabilmente non diventerà famosa come Sharbat Gula, la ragazza afghana fotografata trent’anni prima, ma Veronica Corvellini, la ragazza di Bevagna — o forse sarebbe più giusto chiamarla dama, visto che indossa un costume d’epoca — certamente troverà un posto di rilievo nella galleria di volti femminili che portano la firma prestigiosa di Steve McCurry e che sono divenuti icone delle donne del nostro tempo. Suoi sono il volto — incorniciato da un fazzoletto che ne raccoglie la chioma — e quegli intensi occhi azzurri che campeggiano sul manifesto e sulla copertina del catalogo della mostra allestita a Perugia negli spazi dell’Ex Fatebenefratelli e nel Museo di Palazzo Penna e che raccoglie in cento scatti il frutto del lungo e appassionato viaggio compiuto in Umbria dal fotografo statunitense. Grazie alla sensibilità dell’artista, «Sensational Umbria» — questo il titolo dell’esposizione – restituisce il calore della gente umbra, nonché il fascino di bellezze naturali e artistiche, di antiche tradizioni che ancora si tramandano, legate a terre ricche di storia. E di tempo, si potrebbe dire; tempo che McCurry sembra aver catturato in immagini cariche di suggestioni e di echi di un passato millenario, costituito da valori solidi che hanno plasmato l’identità di un territorio e di un popolo. Tra paesaggi di grande bellezza, strade e piazze di cittadine medievali e rinascimentali, opere d’arte di inestimabile valore, il fotografo è infatti riuscito a catturare le esperienze di una quotidianità fortemente radicata, ma proiettata nel futuro.
Una donna cammina con il suo cavallo a Spello
La mostra, aperta fino al 5 ottobre, fa parte delle iniziative culturali a sostegno della candidatura di Perugia a capitale europea della cultura nel 2019 e rientra in un più ampio progetto di valorizzazione del territorio umbro portato avanti dalla Regione. E avendo scelto la fotografia come mezzo per raccontarne le suggestioni, il nome di Steve McCurry, uno dei grandi della fotografia documentaristica e che qui era già venuto nel 2010 per l’inaugurazione di una sua retrospettiva a Perugia, è stato quasi obbligato. Il fotografo ha deciso di curare personalmente l’allestimento della mostra — decisamente originale con le foto poste sul pavimento e retroilluminate all’interno di ambienti bui — e il catalogo (Milano, Sudesdt57, 2014, pagine 168, euro 17), ampliando il progetto regionale «Sensational Umbria» con una serie di scatti provenienti dal suo archivio privato. Una scelta che ha arricchito di inediti un lavoro peraltro già imponente, che si può intendere come una sorta di guida fotografica. Originali percorsi tematici offrono l’opportunità di seguire il viaggio che l’artista ha compiuto durante la realizzazione del suo lavoro, ma soprattutto suscitano curiosità ed emozioni, con un implicito invito alla scoperta di questa terra fascinosa.Piazza con 6 "ceraioli", Gubbio
«L’Umbria — scrive McCurry — era un luogo che aveva scatenato la mia curiosità. Ha molti aspetti interessanti, ma quello che li lega tutti è un particolare stile di vita. Che è fatto di tante cose, delle tante cose che ho trovato, del cibo e del vino, ma anche della bellezza, dell’arte e dello sport. In Umbria succedono un sacco di cose. Puoi fare una quantità di cose, ce n’è davvero per tutti i gusti». Di ciò il fotografo racconta con la ben nota bravura, presentando affascinanti panorami agresti, squarci di borghi — da Orvieto a Todi, da Assisi a Città della Pieve, da Deruta a Montefalco — e luoghi d’arte, come pure il silenzio dei chiostri e il clamore laborioso delle botteghe artigiane, o gioioso delle sagre enogastronomiche e dei cortei folcloristici in costume, nonché il fervore delle tradizioni religiose come l’alzata dei ceri a Gubbio e l’infiorata di Spello, passando per le kermesse musicali quali Umbria jazz e il Festival dei due mondi di Spoleto, e senza dimenticare le manifestazioni sportive, dalle arrampicate al parapendio, dai percorsi in bicicletta al rafting. Tanti posti e avvenimenti, dunque, che sembrano avere qualcosa di rituale e il respiro del tempo andato, immagini di un’Italia che molti pensano ormai perduta per sempre, ma che qui invece sopravvive. E che ci parla di un modo di vivere ancora sostenibile, come si dice ora, in cui i rapporti tra le persone sono importanti, essenziali. Non per nulla l’elemento umano è presente in quasi tutte le foto. Perché, in ultima analisi, che si tratti di documentare conflitti, disastri naturali, semplici luoghi nei cinque continenti è il racconto dell’umanità che interessa da sempre McCurry.(©L'Osservatore Romano – 9 agosto 2014)