Padroncini degli autotreni contro accademici utilitaristi a rimorchio dei circoli internazionali. Credo non ci sia figurazione migliore per descrivere questo scontro tra il camionista fermo sulla strada che protesta per il rincaro di carburanti e pedaggi ed il tecnico depistante il quale, con la sua sballata segnaletica dottorale, sta portando il paese dritto nel burrone. Piloti di automezzi contro pilotati da oltreconfine che liquidano la faccenda con un “qui non se n’è parlato”. Era a Bruxelles il nostro primo chauffeur, a discutere, con gli altri conducenti ubriachi dell’euro, di problemi certo più grandi di un tir ma anche di loro, che non hanno ancora compreso l’urgenza di una soluzione politica per uscire dal solito tracciato economicistico sboccante in un vicolo cieco. Le articolate proteste degli autoarticolati in tutta la Penisola, il blocco dei camion avverso ai blocchi di potere che paralizzano, questi sì, politicamente la nazione per sospingerla fuori dalla Storia, dimostrano che siamo al di là del semplice incidente di percorso. E’ iniziato un lungo tamponamento, forse persino provocato ad arte, tra settori sociali svantaggiati, soprattutto del lavoro autonomo e dipendente, che farà molti tra morti e feriti. Dice bene il vecchio Mario Tronti il quale, pur parlando dai finestrini del secolo scorso, resta sempre mille miglia avanti a quel rottame di Asor Rosa: “questo governo crea conflitti con le categorie di nicchia invece che con gli interessi di fondo”. E Chissà come mai. Altro che pilastri di saggezza, caro il mio letterato con il cervello ingrippato! La giunta civile di Monti, il consesso dei conduttori illuminati dagli abbaglianti di una stampa truccata e su di giri, dopo la deragliata del “rimorchiatore” di Arcore, sta spaccando l’Italia cagionando collisioni tra chi, con sempre meno mezzi, gira ormai a stento sul malmesso circuito italiano e i prepotenti incontrollabili che guidano corporazioni e corporations invadendo tutte le corsie. Sono talmente eleganti, delicati ed elaborati questi cattedratici con il restyling governativo e la testa di radica da non potersi confrontare con gli autisti in carne, ossa e canottiera. Quest’ultimi hanno le ascelle troppo bagnate, e da un sudore ormai anche freddo a causa della crisi, per pretendere di avvicinarsi agli odorosissimi tecnici. Eppure, più del profumo, si sente addosso a costoro la puzza di benzina gettata sul fuoco al fine di carbonizzare uno Stato già messo in mano ai piromani esteri. Non è un caso che più salgono le fiamme e più gli incendiari della comunità internazionale ci incoraggino ad andare avanti. Monti si esalta per i complimenti ricevuti aumentando la potenza del suo lanciafiamme, che tanto a bruciarsi non è lui ma il rozzo popolino. Qualcuno ha detto che la politica è soprattutto sangue e merda, a dosi variabili a seconda delle fasi. Qual è invece la composizione della tecnica in questo momento? M-D-M. Non è la forma immediata della circolazione delle merci ma quella immediata di Monti in circolazione, cioè M. di M. per l’esattezza. Maggiormente esplicito non posso essere.
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