Ritorno al passato. Anno 2002. Dal nulla arriva questo incanto di voce vellutata. È una tizia novellina che incide per la Blue Note, storica etichetta jazz. Io non amo molto il jazz, né il jazz-pop, eppure questa Norah Jones mi strega. L’album “Come Away With Me” fa sfracelli nelle classifiche mondiali, nonostante la sua proposta non sia certo vicina al puttan-pop che va per la maggiore. A volte, cose del genere succedono. Per quanto mi riguarda, un ringraziamento per avermela fatta scoprire va a Napster. Senza Napster, un disco del genere non l’avrei mai filato manco di striscio. 20 euri per comprarsi un album di jazz-pop? Col cazzo, non ci penso nemmeno. Per fortuna però grazie al file-sharing è diventato possibile ampliare il proprio ventaglio musicale all’infinito e approfondire l’ascolto di artisti cui altrimenti non si sarebbero date grosse chance. Napster, la cosa migliore capitata alla musica d.K., dopo Kurt.
Con gli album successivi, per quanto a tratti sempre incantevoli, è cominciata a emergere un po’ di maniera, un po’ troppo di mestiere, tanto che qualcuno ha cominciato a chiamarla Noia Jones. Non io, che pensate? Però è pur vero che una maggiore varietà musicale non sarebbe guastata… E infatti la stessa Noia, pardon Norah Jones se n’è accorta e ha provato a variare la sua proposta. Si è dedicata al rock, vabbè diciamo al quasi rock, e al country cantando con la band Little Willies, ha collaborato con Danger Mouse e Daniele Luppi per il loro fascinoso album “Rome”, se n’è uscita con il disco “Featuring” in cui ha riletto i suoi brani con un branco di variegati collaboratori, dai Belle and Sebastian ai Foo Fighters, e si è persino dedicata al cinema, con Un bacio romantico - My Blueberry Nights di Wong Kar-Wai, pellicola in cui fa la sua ottima figura come attrice ma che mi ha annoiato terribilmente, nonostante il cast pazzesco (c’erano anche Natalie Portman, Jude Law e Rachel Weisz!). Finita la breve Norah Jones story, ora dedichiamoci al suo nuovo, nuovissimo album.
Norah Jones “…Little Broken Hearts” Genere: pop Provenienza: New York City Se ti piace ascolta anche: Katie Melua, Danger Mouse & Daniele Luppi, Little Willies, Jamie Cullum
Fin dalla copertina, Norah si presenta in una veste rinnovata, con un’immagine molto cinematografica, molto B-movie, molto Grindhouse, molto Russ Meyer (è infatti è un diretto omaggio al suo film Mudhoney). Oh yeah. E come produttore troviamo Danger Mouse, con cui come detto sopra aveva già collaborato al disco Rome. Oh yeah, again. Tutto molto figo. Chi se lo sarebbe aspettato, da una (apparentemente) seriosa cantante jazz?
"Grazie Cannibal per la recensione positiva.
Preferisci essere ricompensato in denaro o in natura?
I territori privilegiati della Jones rimangano però quelli della ballata rilassata e chill-out. Grande al proposito la languida e sexy “After the Fall”. Scialla, raga. Scialla. “Happy Pills” poi è la hit-pillola perfetta, con un coretto di quelli capaci di rimanere incollati in testa. Il suo solo peccato è quello di essere una canzone forse troppo raffinata per trasformarsi in un grande successo di massa. Le era riuscito il grande colpo con “Don’t Know Why” e "Sunrise", ma certe cose difficilmente si ripetono. La massa può diventare raffinata una volta, forse due. Difficilmente capita pure una terza volta.
...E si arriva alla fine costretti a riaprire gli occhi. Perché, come canta Norah nel brano finale, è stato tutto un sogno. All a dream. (voto 7+/10)