Magazine Cinema
Una gita in barca per dare una lezione, uno scherzo che, prevedibilmente, si trasforma in tragedia. I giovani attori - capitanati da un piccolo talento della stirpe dei Culkin, Rory - recitano molto bene e sono all'altezza dei dubbi e delle tensioni che la situazione genera. Ma la sceneggiatura non presenta tratti di originalità.
All'inizio di Mean Creek, ci sono immagini la cui atmosfera fa balenare nella mente la sospensione di Un tranquillo weekend di paura, ma più singolare l'affinità con i film spielberghiani E.T. e soprattutto I Goonies. C'è il fratello spaccone che però si rivela meno stupido di quello che pare. C'è la ragazza che bacia il protagonista. C'è l'amico del fratello maggiore. C'è il cicciottello simpatico, ma qui più che essere veramente simpatico, cerca di farlo con pessimi risultati e le sue battute sono oltremodo indigeste. Ma il ciccione del quale il gruppo di amici si vuole vendicare assomiglia a Sloth, il gigante deforme che sembra cattivo, ma che si scopre di un'umanità imprevista.
L'evoluzione dei personaggi è sicuramente più interessante che in questi nei modelli avventurosi e comici, ma neanche questa brilla per originalità.