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Media analogici per operatori digitali

Da Ebusinessconsulting @ebusinessconsul
Secondo L’E-Commerce Trends Report redatto da Casaleggio Associati, nel 2012 il comparto e-commerce è cresciuto del 12%. Notevole risultato tenendo in considerazione la condizione di crisi economica in cui imperversa il Paese. I dati fanno ben sperare per il futuro, con una proiezione che vede per il 2013 una ulteriore crescita del comparto (si ipotizza di arrivare ad un valore delle vendite pari a 1,298 trilioni di dollari) a livello mondiale. Dando uno sguardo più ravvicinato alla situazione del Paese Italia, si evince una sostanziale arretratezza rispetto alle realtà storicamente più e-commerce oriented. Lacuna che si sta via via colmando grazie anche alla sempre maggiore user confidence nei confronti dei metodi di pagamento online. Come ogni business che si rispetti, non si può però pretendere che questa realtà si autoalimenti. Se gli operatori digitali che commerciano online vogliono sostenere questo tasso di crescita, devono essere pronti a investire in comunicazione. L’advertising deve passare dall’essere un’opportunità ad una necessità per la crescita. L’Italia, anche da questo punto di vista, sconta il suo ritardo evolutivo. Secondo uno studio condotto da Nielsen, infatti, mentre negli altri Paesi del mondo sta diventando usanza comune affiancare mezzi tradizionali a quelli più puramente virtuali per la promozione di realtà native digitali, in Italia ancora non si vedono segnali degni di nota. Ad una prima e superficiale analisi potrebbe sembrare ovvio che le realtà nate e vissute online non investano eccessivamente per la loro promozione su canali offline. Vedendo però i dati dello studio condotto, lo scenario che si va a delineare è leggermente diverso da quello dipinto nell’immaginario collettivo. Le aziende native digitali facenti parte del panel, in termini di media mix scelto, hanno fatto emergere una chiara tendenza ad un sempre maggiore utilizzo di media tradizionali per aumentare l’awareness nei loro confronti. Lo dimostrano i dati sugli investimenti pubblicitari delle aziende: la TV registra un +39%, la radio un +57,4% mentre è in contrazione del -42,8% il media Internet. Il motivo di questa tendenza è riscontrata nel feedback positivo che accompagna la maggior parte dei casi in termini di utenza sul sito. Secondo la ricerca condotta da Nielsen, infatti, vi sarebbe una correlazione (non sempre positiva) fra la pressione pubblicitaria esercitata e la unique audience sui siti. Gli scenari che hanno portato  ad un indice di correlazione negativo andrebbero comunque analizzati più a fondo, data l’influenza che spesso esercitano fattori esterni e indipendenti dalla pressione pubblicitaria sui risultati conseguiti.
È difficile delineare da ora quale sarà l’effettiva evoluzione di questa tendenza, anche perché i risultati esposti non rappresentano uno scenario univoco. Di certo c’è che, nonostante sia fuor d’ogni dubbio che l’offline sia funzionale all’aumento dell’awareness degli utenti nei confronti degli operatori digitali, non si può pensare di accantonare totalmente le attività che riguardano la loro natura effettiva, ossia la realtà virtuale. Una buona strategia di comunicazione deve prevedere un adeguato e bilanciato mix di strumenti, quanto più funzionale possibile al raggiungimento degli obiettivi aziendali, E-Business Consulting, grazie alla sua decennale esperienza, sostiene le aziende nella stesura di un piano di comunicazione che includa un media mix idoneo ed efficace.

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