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Media e aziende, la ripresa passa per Internet

Da B2corporate @b2corporate
Addio alle pubblicità sul giornale di carta sfogliato al bar, tra  cornetto e cappuccio, ma, col tempo, addio anche alle forme “base” dell’advertising via Internet, ormai superate.
Media e aziende, la ripresa passa per Internet
Cambia il mercato dei media in Italia e nel mondo, insieme alle modalità di fruizione dei contenuti: più mobilità, più social network, più video. E le aziende dovranno tenere il passo.
È il risultato delle analisi effettuate dall’Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano, che ha mostrato il marketshare degli Internet media in Italia: il 15%, con una crescita di 200 milioni di euro prevista per quest’anno rispetto a dodici mesi fa (da 2 miliardi a 2,2 miliardi).
Come riassume Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, Internet è ormai il secondo mezzo per gli investimenti pubblicitari in Italia: «nel 2015 stimiamo possa arrivare a valere il 30% del totale mercato pubblicitario sui media italiani».
Già, ma quale Internet?
Sarà il caso di aggiornarci, se pensiamo che l’utente medio di news via web sia uno che si mette davanti al PC e digita diligentemente l’indirizzo della propria testata preferita nel browser. Se è vero che 2 utenti Internet su 3 leggono notizie online tutti i giorni, va ricordato che accanto ai siti ufficiali dei giornali si sono ormai affermate le app, più comode e con funzionalità in più rispetto alla lettura via browser quando si è in mobilità, cioè su tablet o smartphone. Sono proprio questi dispositivi a essere il centro della rivoluzione: si calcola che nel 2015 in Italia gli smartphone saranno 40 milioni, per 10 milioni di tablet, il tutto senza contare la presenza sempre più capillare di smart TV.
Ecco perché a pari merito con i portali generalisti (al secondo posto con il 23% tra le fonti di informazione, dietro a siti e app ufficiali delle testate con il 38%) sono arrivati i social network: si calcola che quasi la metà (il 48%) di chi si collega a Facebook legga quasi tutti i giorni articoli di giornale o news trovati nei post, e lo stesso capita per il 35% di chi usa Twitter. Tutti questi fenomeni, afferma Marta Valsecchi, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio New Media & New Internet, sono destinati a rottamare la lettura tradizionale via web: «la restante componente degli Internet Media, quella che definiamo Old Internet e che è composta dai formati pubblicitari più classici su Pc (come Standard Display Advertising, Search, email advertising e Classified), continua a calare di qualche punto percentuale».
A differenza del New Internet, sempre più in salute e pronto al sorpasso rispetto al fratello maggiore. Un’opportunità che le aziende italiane non devono farsi sfuggire, come sottolinea ancora Rangone: «sono oltre 450 le startup finanziate a livello internazionale in questi ambiti nel corso del 2014. Diventa strategico per le Media Company saperle scovare quando sono ancora piccole, riuscire a supportarle nella crescita e integrarle per giovare delle loro idee innovative, del rapido time to market e della loro flessibilità».
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