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Media e disabilità, operatori a confronto al convegno Agcom

Creato il 16 ottobre 2014 da Digitalsat

Media e disabilità, operatori a confronto al convegno AgcomDisabili non correttamente considerati dalla Rai e quote di accessibilità imposte dal Contratto di servizio non pienamente raggiunte. A lanciare l'allarme, in contrasto però con i numeri ufficiali, è il segretario dell'Ente Nazionale Sordi, Costanzo Del Vecchio, oggi in conclusione del convegno organizzato dall'Agcom su «Media e disabilità». Se i portatori di handicap rappresentano un bacino di utenti e anche un mercato che in Europa tocca il 15% e in Italia 6,7% della popolazione (pari 80 milioni e 4,1 milioni di persone), le differenze di «trattamento» da paese a paese sono notevoli. Secondo il Contratto di Servizio 2010-2012, la Rai è tenuta a una serie di interventi per la fruizione da parte dei portatori di handicap, tra i quali la sottotitolazione del 70% dei programmi.

«Percentuali raggiunte - riportano dall'AgCom - che invitiamo a far crescere». Il tema dell'handicap, poi, assicura la presidente di Viale Mazzini, Annamaria Tarantola, è sempre al centro dell'operato dell'azienda. «Ho chiesto ai nostri responsabili - dice - di redigermi un elenco di quanto i nostri canali lo trattino. Mi hanno fornito un documento di 11 pagine. Un impegno di cui non sempre si ha percezione». Oltre 40 poi le campagne promosse tra 2013 e 2014 (su 100 annue) sul tema della disabilità, «13 mila le ore di programmazione annua sottotitolata, più tutta quella del portale Web Rai.tv», cui si aggiungono i numerosi ritrovati tecnologici realizzati dal Centro Ricerche di Torino. «Le nuove tecnologie sono un'occasione da non perdere», sottolinea Stefano Ciullo, direttore degli Affari Istituzionali di Sky, mentre, pur non obbligati da contratto di servizio, a Mediaset, ricorda il Direttore Relazioni Istituzionali, Stefano Selli, «si sottotitola il 45% dei programmi e il 15% dell'informazione, con tutte le edizioni del Tg5».

Bocciata invece la Pubblica Amministrazione, dove, denuncia Antonio Palmieri, responsabile Innovazione di Forza Italia, «solo il 4% dei siti web è accessibile ai portatori di handicap». Ma le associazioni di categoria puntano il dito anche verso la Rai. «L'accesso alla comunicazione e all'informazione - ricorda Stefania Leone, consigliere dell'Associazione Disabili Visivi - è un diritto sancito dalla legge. Eppure per noi tutto è inaccessibile» persino, dice «i decoder che la Rai sarebbe tenuta a rendere fruibili per tutti». «L'accessibilità ai media - incalza Del Vecchio - va 'normatà. In Francia e Inghilterra si sono ottenuti risultati dal momento in cui è intervenuto il legislatore. I nostri dati, poi, sono completamente differenti da quelli presentati dalla Rai: il 70% di sottotitolazione dato per raggiunto dall'azienda e dall'AgCom dal nostro punto di vista non è un dato reale. Non si può prendere come fonte di informazione la stessa Rai: è un conflitto tra controllore e controllato. Noi invece chiediamo che vengano fissati degli step per raggiungere quella percentuale e aumentarla. Chiediamo anche venga implementato l'utilizzo della lingua dei segni e che, se una sola edizione del Tg ne può disporre, sia almeno quella principale».


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