Capita che torni da una tre giorni sulle evoluzioni del giornalismo digitale in cui si dileggia, su quanto avanzato sia lo stato dell’informazione online nel nostro Paese, per avere la conferma che in realtà la situazione è di un’arretratezza sbalorditiva.
Conferma ricevuta in anteprima in diretta quando il tweet di una partecipante al mio workshop sul social media marketing per i giornali, riceveva [da parte di un altro giornalista] la risposta sotto riportata che [di]mostra quale sia il panorama attuale.
Secondo uno studio pubblicato recentemente da Sprout Social, in media solamente a una su sei interazioni sui social viene fornita una risposta. Di tutti i settori presi in considerazione il peggiore, manco a dirlo, è proprio quello dei media dove ogni 10 domande poste, ogni 10 interazioni, solo una ottiene un riscontro.
Se qualche volta avete provato ad interagire con l’account social di qualcuna delle testate del nostro Paese probabilmente non sarete sorpresi dei risultati dello studio.
Un capitale sociale, ed economico, che viene dilapidato presumendo che i social siano solo funzionali ad attirare traffico ai siti web delle testate. Come spiega a chiare lettere Sarah Marshall, social media editor del Wall Street Journal, valutare i social [ed il lavoro di chi li coltiva, li alimenta] solamente in base al traffico generato è un errore capitale. Non a caso al neo social media editor di Press Association è stato affidato il compito di “mettere i social media al centro della redazione”.
L’insostenibile [un]social media marketing dei media ha sempre meno un senso compiuto, comunque la si guardi.
Di seguito l’infografica completa dei risultati della desk research di Sprout Social.
“The Social Business: Highlights from the Sprout Social Index” by Sprout Social