Il rally di Mediaset (oggi sono stati scambiati 54 milioni di pezzi, sei volte la media dell'ultimo mese), che dal 5 novembre ad oggi aveva lasciato sul terreno il 25% circa, è stato innescato dall'annuncio del progetto (effettuato nel pomeriggio di ieri) dell'integrazione delle pay tv in Italia e Spagna, con l'eventuale apertura del capitale a nuovi soci industriali o finanziari.
L'operazione, in sostanza, punta a creare una nuova società con il 100% di Mediaset Premium (Italia) e il 22% di Digital+ detenuto da Mediaset Espana. Uno scenario che potrebbe coinvolgere anche Telefonica (titolare di un altro 22% di Digital+) e Prisa, che invece vorrebbe vendere il 56% della tv spagnola di cui è in possesso.
"Ciò potrebbe cambiare l'equity story di Mediaset Espana. - sottolineano al proposito gli analisti di Equita - Dal punto di vista di Mediaset l'operazione ci pare positiva perché può essere definito un valore per Mediaset Premium che ad oggi non vale nulla nella nostra valutazione". Dello stesso avviso gli analisti di Mediobanca, che fanno notare come nel breve periodo il titolo in Borsa potrebbe beneficiare del fatto che lo spin off della pay tv (attività che a mala pena chiuderà quest'anno in parità, ma nel 2011 per esempio ha perso 70 milioni), potrebbe fare emergere un maggior valore per il business digitale di Mediaset.
In altre parole, spiegano sul mercato, l'annuncio del gruppo controllato dalla famiglia Berlusconi è un chiaro segnale al mercato della volontà di interrompere una volta per tutte le perdite nella pay tv. In questo senso, la ricerca di un partner è fondamentale perché i diritti del calcio e dello sport, asse portante delle tv a pagamento, costano sempre più e costringono gli operatori a esborsi crescenti.