Più che all'intera Mediaset, Vivendi potrebbe guardare con interesse a Mediaset Premium. Per molti operatori del settore e analisti finanziari francesi un'operazione di questo tipo "avrebbe un senso a livello industriale" anche perché il gruppo vede con favore una diversificazione geografica che potrebbe portarlo in Italia, in primis, ma anche in Spagna e poi successivamente in America Latina.
A meno che, come suggerisce in un recent report Natixis, il presidente del Consiglio di sorveglianza Vincent Bolloré non punti direttamente alla holding Fininvest."Un'acquisizione o un ingresso nel capitale di Mediaset Premium da parte di Vivendi è un'operazione che sembra credibile", spiega una fonte del settore. "Vivendi -osserva- ha ampiamente i mezzi per fare un'operazione di questo tipo e a livello industriale avrebbe un senso"."Pensiamo che Silvio Berlusconi voglia probabilmente mantenere il controllo di Mediaset", di cui detiene il 33% tramite la sua holding Fininvest, perché "rappresenta un buon strumento di lobbying in Italia", spiega all'Adnkronos Bruno Hareng di Oddo Securities. Invece, rileva, "pensiamo che Berlusconi sia meno attaccato a Mediaset Premium che possiede 1,7 milioni di abbonati in Italia ma che sta perdendo soldi e quota di mercato, oggi al 17%. Molto inferiore alla quota di mercato di Sky Italia che ora beneficia del supporto di Sky".
Alla cessione dell'11% di Mediaset Premium a Telefonica, potrebbe quindi seguire un'ulteriore operazione di questo tipo. "La vendita di un ulteriore pacchetto azionario è possibile e Vivendi potrebbe essere interessata", sottolinea Hareng. Basandosi su un valore di impresa di 1,2 miliardi di euro l'acquisizione di una quota del 51% rappresenterebbe un investimento di circa 600 milioni di euro, sostiene l'analista di Oddo Securities.L'eventuale interesse di Vivendi per Mediaset Premium potrebbe quindi avere un senso a livello industriale. "Il settore della pay tv in Europa è entrato in una fase di consolidamento che non sembra concluso e Vivendi ha appena concluso la cessione dei propri asset televisivi in Polonia per concentrarsi sulla pay Tv", osserva l'analista di Oddo Securities. Dopo la cessione della brasiliana Gvt a Telefonica, poi, "possiamo considerare che i rapporti tra Telefonica e Vivendi sono buoni e che potrebbero considerare un rafforzamento della loro collaborazione nel settore della paytv". Lo scenario attuale, infatti, si inserisce in un'intensa fase di consolidamento del settore delle pay-tv iniziato nel 2014 quando BSkyB ha rilevato le quote di Sky Italia e Sky Deutschland detenute dalla 21st Century Fox e con l'acquisto, sempre nel 2014, della pay tv spagnola Digital + da parte di Telefonica. Un operatore tlc spagnolo, questo, che nel 2015, ha annunciato anche l'acquisto dell'11,1% di Mediaset Premium per 100 milioni di euro (che riflette un valore d'impresa di 900 milioni di euro).
Il gruppo guidato dal finanziere bretone, Vincent Bolloré, grazie alle numerose cessioni effettuate negli ultimi mesi (il secondo operatore francese di telefonia mobile Sfr in primo luogo ma anche Maroc Telecom, la brasiliana Gvt e Activision-Blizzard) e nonostante l'acquisto di Dailymotion, la piattaforma francese di video sharing, possiede oltre 10 miliardi di liquidità che potrebbe permettergli di avviare una lunga campagna acquisti che potrebbe focalizzarsi soprattutto su acquisizioni medio piccole piuttosto che su operazioni di grande dimensione.Anche Natixis, in un recente report, conferma che un eventuale interesse di Vivendi per Mediaset avrebbe un senso in quanto il gruppo punterà a rafforzarsi nel sud dell'Europa. "Siamo convinti che le prossime acquisizioni di Vivendi punteranno a rafforzare il gruppo nel sud dell'Europa: Italia e o Spagna. Mediaset, Mondadori, De Agostini o Prisa -sottolineano gli analisti di Natixis- possono essere degli obiettivi credibili". Prisa, rilevano, "è la meno probabile a causa della forte presenza del gruppo sulla stampa tradizionale ma potrebbe essere un obiettivo in un secondo tempo in particolare per rafforzare il gruppo in Portogallo (Media Capital-Tvi, primo canale televisivo privato)".Per gli analisti della banca francese, un'eventuale operazione di Vivendi su Mediaset, se si dovesse concretizzare, potrebbe seguire tre strade: un'acquisizione del controllo di Mediaset da parte di Vivendi che costerebbe al gruppo guidato da Vincent Bolloré qualcosa come 6,3 miliardi di euro (Fininvest potrebbe mantenere la sua partecipazione minoritaria del 33,4%); una fusione tra i due gruppi che porterebbe Fininvest a detenere il 5,4% di Vivendi; un investimento di Vivendi in Fininvest (controllata al 96% dalla famiglia Berlusconi) che permetterebbe al gruppo francese di prendere il controllo di Mediaset e di Mondadori. Gli analisti di Natixis stimono che il valore d'impresa di Fininvest si aggirerebbe intorno ai 4-5 miliardi di euro
"Questa acquisizione di una holding famigliale diversificata corrisponde perfettamente ai tipi di operazione che apprezza Vincent Bolloré", sottolineano gli analisti della banca francese. Il mercato italiano, sottolineano gli analisti della banca francese, è una delle priorità del gruppo francese. La nomina di Tarak Ben Ammar nel Consiglio di sorveglianza di Vivendi, osservano, è un indice di questo interesse: "è infatti uno dei migliori conoscitori e un partner di Mediaset da anni", sottolineano da Natixis, aggiungendo che il mercato italiano "fa parte delle aree di famigliarità di Vincent Bolloré" visto che è presente da anni in Mediobanca.Il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, al termine dell'assemblea della società, ha ribadito che con Vivendi i rapporti sono ottimi aggiungendo: è chiaro che gli ambiti di possibili collaborazioni sono tanti ma il nostro controllo di Mediaset non è in discussione". Ad oggi, ha sottolineato, "non ci sono progetti a brevissima scadenza, vedremo via via. Tutto è possibile ma gli scenari fatti in questi giorni sono molto avanti. Noi abbiamo più volte incontrato gli uomini di Vivendi e ci sono anche possibilità che andremo a valutare ma per,ora nulla di concreto". Bocche cucite anche da Vivendi. "Non commentiamo i rumors di mercato", sottolinea un portavoce del gruppo.