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Mediaset, Bernstein vede buone ragioni vendita Premium a Sky

Creato il 27 ottobre 2014 da Digitalsat

Mediaset, Bernstein vede buone ragioni vendita Premium a SkyUna cessione di Mediaset Premium a Sky Italia avrebbe senso per Mediaset quanto per BSkyB, controllata britannica di Rupert Murdoch che a breve rileverà il controllo della tv satellitare italiana. E' la conclusione di Bernstein che prende spunto da un articolo pubblicato la scorsa settimana dal quotidiano La Repubblica che ipotizzava un aggressivo investimento di Sky nella tv in chiaro su digitale terrestre in aperta concorrenza con il core business del Biscione.
L'indiscrezione - poi smentita da Sky - potrebbe essere letta, secondo il broker, come "un messaggio a Mediaset a valutare una cessione della sua pay Tv a Sky e considerare quali potrebbero essere i rischi se seguisse un'altra strada". Al di là di queste interpretazioni, Bernstein si sofferma sull'appeal di un'operazione di questo tipo, che farebbe confluire sotto Murdoch tutto il business italiano della Tv a pagamento. Il broker evidenzia i rischi sulla concorrenza, ma non esclude un via libera dell'antitrust italiano se l'operazione fosse vista con favore da Silvio Berlusconi, propietario di Mediaset, e ancha dell'antitrust europeo, che potrebbe apprezzare la formazione di un campione continentale nel settore audiovisivo.
"Ci sono molte ragioni per cui BSkyB potrebbe vedere con favore una fusione tra Sky Italia e Premium", sostiene lo studio: limiterebbe, da un lato, il deciso rialzo dei costi per contenuti che si è registrato negli ultimi anni a causa della concorrenza (in particolare sui preziosi diritti sul calcio, con la Champions dal 2015/2016 in esclusiva a Mediaset) e, dall'altro lato, darebbe alla Tv satellitare la possibilità di usare il digitale terrestre come un'alternativa a più basso costo, in modo da segmentare il proprio mercato e arginare il futuro sbarco di Netflix. Anche dal punto di vista di Mediaset l'operazione potrebbe apparire appetibile, più di quella che secondo Bernstein è la principale alternativa: una integrazione tra Premium e Telecom Italia, con la partecipazione di Vivendi.
Secondo i calcoli di Bernstein, Premium ha accumulato perdite operative per 291 milioni dal 2004 (quando venne lanciata) al 2011 (ultimo anno in cui i risultati sono stati pubblicati separatamente); a questi vanno aggiunti 160-170 milioni di perdite stimate per il 2012 e nel 2013, anni in cui i conti di Premium sono stati integrati con quelli delle attività televisive complessive. Il 2014, dopo gli accantonamenti sui diritti registrati nel 2013, il business dovrebbe essere in pareggio.
Ma per restare a breakeven nei prossimi anni nonostante i costi della Champions League, servirebbero - calcola il broker - altri 450.000 abbonati (il 25% in più degli attuali) e un incremento dell'Arpu del 10%. "Questo spiega perché Mediaset è ansiosa di trovare uno o più soci per il business (e perché finora altri investitori sono stati riluttati ad eccezione di Telefonica, che però ha rilevato l'11% di Premiun nell'ambito di un'operazione più complessa sempre con Mediaset in Spagna)", si legge.
La valutazione implicita di Premium fatta da Telefonica (900 milioni di euro) è secondo Bernstein molto alta sotto ogni standard e forse solo Sky potrebbe accettarlo o superarla alla luce dei benefici che ne deriverebbero. Conclude Bernstein: mantenere Premium da sola rischia di esporre Mediaset a nuove perdite. La vendita a Sky, magari in cambio di condizioni favorevoli come mantenere la pubblicità su Premium e qualche forma di earnout, potrebbe essere attraente, anche perché l'offerta, finalizzata ad eliminare la concorrenza, potrebbe essere più generosa di quanto potrebbbe fare qualsiasi altro investitore. L'alternativa per Mediaset di fondere la pay con Telecom la esporrebbe al rischio di affidare a terzi il suo baluardo anti-Sky e nello stesso tempo il Biscione potrebbe trovarsi ad affrontare una guerra su larga scala da parte di Sky sul terreno della tv gratuita


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