L'ascesa è cominciata dopo l'Epifania e da allora, salvo qualche pausa per prendere fiato, Mediaset sale in borsa. In giornata la società di Cologno Monzese ha fatto un altro bel passo in avanti (+3,64% a 4,15 euro) su livelli che non vedeva da dieci mesi. Da settimane si rincorrono ipotesi, puntualmente smentite, che riguardano, nell'ordine, possibili nozze della pay tv Premium e Sky o una vendita dell'intero gruppo mentre non tramonta lo scenario di un asse con Telecom. Pane per i denti di chi, non da oggi, punta sul titolo considerato più di altri a Piazza Affari un termometro dell'andamento dell'economia e della politica italiana. E per per questo oggetto privilegiato anche degli investitori speculativi che ci costruiscono posizioni corte e lunghe scommettendo sul ribasso o il rialzo futuro.
Silvio Berlusconi ha fatto sapere l'altro giorno che non ha intenzione di cedere l'azienda. «Malgrado questo il titolo sale: vuol dire che il mercato non crede a quel che dice», è il commento più diffuso nelle sale operative. Ma oggi a dare carburante a Mediaset sono stati anche motivi cosiddetti 'fondamentalì: il direttore finanziario del gruppo televisivo, Marco Giordani, si è mostrato fiducioso sulle prospettive della raccolta pubblicitaria indicando una crescita nel 2015 tra il 2 e il 4%. «La visibilità rimane scarsa ma abbiamo già visto segnali positivi sui ricavi a febbraio e siamo cautamente ottimisti per i prossimi mesi», ha detto il manager a Bloomberg.
Nel frattempo, ai piani alti della catena di controllo, Holding Italiana Quattordicesima, che raggruppa le quote dei tre figli più giovani di Silvio Berlusconi in Fininvest (nel complesso il 21,4%), ha messo mano allo statuto per ampliare l'oggetto sociale e introdurre la figura del vicepresidente. Non è previsto che la poltrona venga occupata presto ma, secondo il Sole 24 Ore, il posto potrebbe andare a Barbara, dato che i fratelli Luigi ed Eleonora ricoprono già incarichi al vertice della holding, rispettivamente come presidente e consigliere delegato.