In sostanza, come ha spiegato Sala, «noi non siamo multimediali. Multimediali sono gli altri, è il passato. Noi siamo crossmediali. Solo così possiamo evitare gli sprechi ai nostri clienti, massimizzando l'efficacia del budget pubblicitario investito. Siamo gli unici che danno a ogni cliente esattamente quello che gli serve, su tutti i target, con un servizio su misura e senza obblighi di integrazione». Ovvero, per esempio, se uno vuole pianificare solo la radio, può farlo in libertà e senza penalizzazioni (non ci sono pacchetti imposti).
Buon successo della operazione All21, ovvero il superspot che da fine settembre, ogni giorno alle ore 21, va in onda in simultanea su tutti i canali Mediaset: è sempre stato sold out da quando è partito, ha ascolti in crescita, con il picco raggiunto a metà dicembre, e, come hanno ribadito i vertici di Publitalia, è la prima opzione che ogni grande investitore pubblicitario chiede, per ottenere in un sol colpo una copertura da dieci milioni di telespettatori. «Un sistema come il nostro di crossmedia offre tutto e su misura. Per esempio», racconta Piersilvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset, «abbiamo lavorato tantissimo su Internet, e ora siamo i primi editori video in Italia. Da oggi ci presentiamo con tre concessionarie distinte e con un'offerta flessibile che comprende pure i più importanti periodici e le grandi radio italiane».
L'apertura dei lavori è stata naturalmente affidata all'inossidabile Giuliano Adreani, un grande manager di lungo corso che ha ancora una sfilza notevolissima di incarichi: presidente e amministratore delegato di Publitalia 80, e poi, così per gradire, amministratore delegato di Mediaset, presidente di Digitalia 08, presidente di Mediamond. Secondo Adreani, il 2013 si è chiuso bene e il 2014 è iniziato ancora meglio per la pubblicità di Mediaset. Il che lascia supporre che dicembre abbia portato ottimi risultati in casa del Biscione. Fino a novembre, secondo le stime di Nielsen, l'andamento di Mediaset nei primi 11 mesi dell'anno era dato in calo del 12% rispetto allo stesso periodo del 2012, con una raccolta complessiva di 1,966 miliardi di euro. Una decrescita peggiore di quella del mercato televisivo nel suo complesso, che marcia invece a -11%. Rai Pubblicità è andata un po' meglio di Mediaset, con un calo del 9,1% e una raccolta di 707 milioni, così come Sky Pubblicità, che flette del 7,4% e porta a casa investimenti in advertising per 314 milioni di euro. Sui livelli del Biscione l'andamento della raccolta di La7, in calo dell'11,8% a 146 milioni complessivi nei primi 11 mesi del 2013.
Dopo l'intervento di Adreani, sono seguiti quelli di Sala, di Davide Mondo (a.d. di Mediamond) e di Matteo Cardani, general manager marketing & multimedia advertising di Publitalia 80 (qualcuno lo avverta, però, che la parola multimedia è diventata off limits a Cologno Monzese).
Focus, ovviamente, sulle novità di palinsesto primaverili delle tre reti generaliste, Canale 5, Italia 1 e Rete 4 (che da sole valgono 34 milioni di ascolti), delle otto free sul digitale terrestre e dell'offerta pay con Premium. In particolare, su Canale 5 proseguirà la strategia di cinque prime serate a settimana autoprodotte, con la partenza del Grande Fratello, C'è posta per te, il serale di Amici, il nuovo programma di Antonio Ricci condotto da Luca e Paolo, l'edizione italiana di Extreme Makeover home edition. Bene pure Italia 1, che in autunno è cresciuta del 4,5% sul target di riferimento 15-34 anni. E Le Iene, con uno share medio del 26,2% su quella fascia di età, sono il programma più visto in tutto il 2013 dai giovani adulti. Prime time di primavera soprattutto a colpi di serie Crime, e di Colorado, Mistero, Lucignolo, Wild e Zelig One.
Claudio Plazzottaper "Italia Oggi"