Seduta vivace per i titoli Mediaset a Piazza Affari, con un rialzo del 6,9% a 3,26 euro tra buoni volumi. Nel corso della seduta sono state scambiate 23,5 milioni di azioni, rispetto a una media sui 10 milioni giornalieri nell'ultimo mese. I titoli del Biscione seguono il rally della controllata Mediaset Espana, che a Madrid guadagna l'8,39% a 9,12 euro grazie ai conti trimestrali superiori alle attese, comunicati alla vigilia. In serata poi, la controllata spagnola di Mediaset ha annunciato una mossa sulla quale gli analisti finanziari già nel mattino avevano puntato: un investimento importante in azioni proprie.
Nel dettaglio Mediaset Espana ha acquistato per 307,5 milioni di euro azioni proprie pari all'8,5% del capitale. A vendere è stato il gruppo editoriale Prisa, che era al 13,65%, ha segnato una plusvalenza per 18,7 milioni di euro, ed ha detto di voler usare i proventi della vendita per ridurre il debito. Si finalizza così uno dei possibili impieghi attesi dall'incasso della cessione del 22% di Dts a Telefonica, realizzata solo pochi giorni fa dalla società spagnola per 365 milioni di euro. Tornando ai conti di Mediaset Espana, la società spagnola ha registrato nel secondo trimestre dell'anno utili per 9 milioni (-50%), su ricavi per 268 milioni (+16%) e un margine operativo lordo di 61 milioni (+89%). Secondo un report di Equita si tratta di risultati «ben superiori alle attese», grazie ai ricavi da film e al controllo dei costi.
Gli analisti della società hanno così confermato il giudizio positivo sul titolo, segnalando anche che «il mercato pubblicitario rimane positivo in luglio», con un «segnale confortante» sulla seconda metà dell'anno. Giudizi positivi Espana sono giunti anche da Intermonte, che ha segnalato come siano risultati superiori alle attese soprattutto a livello di utile operativo, «grazie a ricavi leggermente migliori del previsto e costi in calo superiori alle attese». Nel semestre Mediaset Espana ha registrato costi operativi totali per 387,9 milioni, in linea allo stesso periodo del 2013, grazie alla politica di ottimizzazione dei costi messa in campo, che ha permesso di mantenere questa voce costante, anche con l'acquisizione dei diritti per i Mondiali del Brasile.