Medici padrini del Rinascimento

Creato il 04 marzo 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Da oltre un secolo una famiglia guida la città di Firenze, sono i Medici. Ma all’apice del loro successo vengono spodestati. Giovanni e Giulio costretti alla fuga vogliono tornare al potere e mirano al massimo: il papato.

Così inizia l’affascinante racconto televisivo dal titolo: Medici: Padrini del Rinascimento che narra  la storia di un’epoca violenta, drammatica e avvincente. Un punto di svolta cruciale per la storia occidentale. E’ una serie che ci fa viaggiare indietro nel tempo per scoprire le vere storie del Rinascimento europeo e la potente famiglia che lo finanziò.   I Medici contribuirono alla nascita del mondo moderno e sfidarono alcuni tra i più grandi pensatori e pionieri del tempo ma, furono anche coloro che portarono Firenze, Roma e l’Europa sull’orlo del collasso.

Mentre Alessandro de Medici viene assassinato, un’importante opera d’arte inizia a prendere vita. Un unico, gigantesco blocco di marmo grezzo giace da 35 anni  in attesa di uno scultore coraggioso in grado di affrontarlo, il suo nome è Michelangelo Buonarrotti che lavorò per due anni alla sua realizzazione. Non mangiava, colpiva il marmo ripetutamente, giorno dopo giorno ininterrottamente, con le mani sanguinant. Attende che il colosso di un giovane uomo al massimo della forza fisica, con un’espressione accigliata, prenda forma. Sarà il simbolo di una famiglia che un tempo ha adorato. Quindici anni prima si era trasferito alla corte dei Medici, era cresciuto con la famiglia, aveva avuto modo di conoscere i massimi artisti e studiosi dell’epoca, testimoni della ricchezza e vitalità culturale dei Medici. Una famiglia che possiede tutto di Firenze, un potere che cresce insieme agli eredi. Giovanni e Giulio vengono destinati alla carriera ecclesiastica fin dalla tenera età. Ma una sanguinosa guerra civile scoppia nelle strade di Firenze, e vengono esiliati. I cugini devono vagare per l’Italia cercando sostegno.

A Firenze, Michelangelo trasforma il marmo  in un autentico capolavoro: il David.  L’eroe è nudo, perché non ha nulla da nascondere, vuole mostrare la sua virtù, la sua integrità morale e rappresenta la rinascita del popolo fiorentino che è riuscito a cacciare la signoria dei Medici, a favore di un governo Repubblicano.Il simbolo dell’indipendenza sta per essere mostrato. Michelangelo vuole che l’ambizione dei  Medici sia vista come Golia che viene sconfitto dal popolo. Doloroso dare forma al marmo pensando che persone che ti hanno accolto siano diventate una minaccia per la città tanto amata.

Firenze sta vivendo in un nuovo spirito libero che si manifesta anche nell’arte, Leonardo da Vinci è acclamato in tutta Europa come il più grande artista del suo tempo. E’ in competizione con Michelangelo. La sfida ufficiale prende forma con la famosa gara a colpi di pennello tra i due per la raffigurazione migliore tra la battaglia di Anghiari e quella di Cascina. Leonardo è altolocato, elegante, Michelangelo è un genio irrequieto. Leonardo perpetua la sua interminabile ricerca del vero, non un vero ideale, verosimilmente credibile, ma un vero scientifico, ai limiti delle possibilità di rappresentazione che l’occhio umano e le tecniche pittoriche permettono. Michelangelo, apparentemente più spontaneo e passionale, maledettamente sensuale e sottilmente provocatorio, rivive nelle figure che si stagliano imponenti, dove la luce scolpisce sia la muscolatura che i volti. Leonardo e Michelangelo uno scontro tra titani, mentre Firenze sta per incontrare i soldati dei due cugini Medici che rivogliono la loro città. Lo scontro brutale parte da Prato. Devastazione, razzie, violenze e morte. Un bagno di sangue che servirà come esempio. Firenze si arrende. Attraverso il terrore e la violenza i Medici tornano a casa.

Giovanni diventa Leone X. L’ascesa al papato cambia tutto, da nemico diventa il simbolo della cristianità.  Leone X vuole difendere gli interessi della famiglia e Giulio diventa subito cardinale. Classico esempio di nepotismo. Inizia un periodo di feste e celebrazioni. Il Papa è il rappresentante di dio in terra è al di sopra di tutti,  è il capo di un  potere che va oltre tutto. Giovanni è un amante del divertimento:”Dio ci ha dato il papato, godiamocelo”! Sera dopo sera si susseguono feste e banchetti.

Michelangelo che detestava la pittura lavora alla Cappella Sistina, per lui è una punizione, si considera uno scultore ma, deve ubbidire. Ricopre il soffitto con figure monumentali ispirate alla bellezza e alla perfezione del mondo antico e da vita all’opera d’arte più grandiosa del Rinascimento. Vive nel terrore perché è considerato un traditore dei Medici che però non hanno nessuna intenzione di sprecare un talento che può portar loro prestigio e  potere. Gli ordinano le tombe, un’opera ambiziosa in onore dei Medici. Leone X con il suo stile di vita ha svuotato le casse di Roma, decide di metter tutti i suoi familiari al centro del potere. Cariche e matrimoni sono un buon mezzo per trovare denaro. Ma non basta. Ricorre alle indulgenze papali che cancelalno i peccati, le vende su larga scala. Potenti e umili possono  comprare la salvezza eterna, una vera miniera d’oro.E il fiume di denaro riprende vita.

Ma per Lutero, disgustato dalla decadenza e dalla corruzione delal Chiesa è il momento di reagire. Pubblica le sue tesi che iniziano a diffondersi velocemente, un attacco diretto al Papa. Nesuno aveva mai osato tanto. Merita la scomunica e la condanna all’inferno.  Inizia la rivoluzione che scatena la scissione tra le due chiese. Ma il papa non vivrà abbastanza, per vedere gli eserciti dei protestanti invadere Roma. La città sacra viene saccheggiata, spinti da un profondo odio religioso, Roma , sede dell’anticristo, viene devastata e Giulio de Medici ora Clemente VII, si trova, intrappolato a Castel sant’Angelo. Un massacro, il momento più oscuro del Rinascimento.

Clemente VII, fugge e si rifugia a Firenze dove il popolo si ribella, una panca viene scagliata dal Palazzo Comunale e danneggia il David, il simbolo della città. La città è assediata. L’asso nella manica di Clemente VII si chiama Caterina, l’ultima discendente che vien destinata al matrimonio a soli 14 anni al coetaneo Enrico di Francia. Lei erede della più ricca famiglia d’Europa, lui (futuro Enrico II), secondogenito del re Francesco I, da sempre innamorato dell’Italia.

Un enorme affresco, il Giudizio universale riflette in maniera egregia l’agonia di quel tempo.  Un periodo tragico raffigurato  dalla  disperata solitudine nella tremenda infinità del vuoto dei corpi intrecciati, sofferenti e infelici. Oppressione e ansia. E’ la transizione di due ere. Dalla bellezza vitale del rRnascimento al suo declino. E la morte di Clemente VII segna definitivamente la fine del corrotto mondo dei Medici.


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