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"Medicina democratica" Basilicata denuncia l'inquinamento del fiume Basento
Creato il 10 luglio 2014 da Gaetano61Pubblichiamo di seguito un comunicato stampa pervenutoci da Medicina Democratica Onlus Basilicata, a firma di Mario Murgia, riguardante un esposto-denuncia presentato alla magistratura sull'inquinamento delle falde acquifere del fiume Basento..
Gaetano Toro
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L'associazione Medicina Democratica Onlus Basilicata, che da sempre si preoccupa di tutelare il diritto alla salute dei cittadini e dei lavoratori, ha presentato, nei giorni scorsi, un esposto–denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica di Matera e a quella generale di Potenza, al fine di accertare eventuali responsabilità in merito al preoccupante inquinamento delle falde acquifere del fiume Basento.
Nel dicembre 2013 l'ARPA Basilicata ha reso pubblici i risultati delle indagini condotte sulle acque di falda iniziate nel 2002. Oltre a tali indagini, sono state effettuate numerose analisi chimico-fisiche da laboratori privati su ordinazione di privati cittadini, di associazioni ambientaliste e di organizzazioni di agricoltori che sono esasperati per le conseguenze derivanti dalle allarmanti condizioni del fiume Basento.
I risultati delle indagini dell’ARPA Basilicata evidenziano con chiarezza lo stato critico del fiume Basento, nonché la presenza di numerose sostanze nocive e cancerogene tanto nelle acque superficiali quanto in quelle più profonde.
Tra le sostanze inquinanti rinvenute in concentrazioni molto superiori ai limiti consentiti.
Sono presenti il Tricloroetilene, l'Esacloroetano, il Dicloroetilene, il Trimetil-Benzene, il Diclorometano, oltre al manganese, ai solfati ed ai composti alifatici clorurati; sostanze tutte ad alto rischio per la salute umana e per l'ambiente.
Di queste sostanze si evidenzia che, a Salandra Scalo nel 2006, il parametro del manganese risultò 80 volte la soglia limite di legge; da sottolineare che il suo assorbimento favorisce lo sviluppo del morbo di Parkinson.
A Pisticci Scalo, in falda, nel 2012, Il tricloroetilene (conosciuto come “trielina”) prodotto nell’ex Liquichimica di Tito o Ferrandina era pari a 180 volte la soglia limite di legge. Dagli anni ‘70 la trielina è stata bandita dall’industria alimentare e farmaceutica, in quanto è tossica per le cellule dei tessuti nervosi, epatici, cardiaci, ossei ecc., é sospettata di concerogenicità su fegato e sulle vie biliari, inoltre è sospettata di causare anche i Linfomi non Hodgkin..
Le contaminazioni di falda più gravi sono state riscontrate nelle zone industriali di Tito Scalo, Salandra, Ferrandina e Pisticci, in corrispondenza soprattutto degli stabilimenti ex ANIC/EniChem e Mythen.
Dieci anni di silenzio, che ha permesso di entrare nel ciclo alimentare le sostanze pericolose su menzionate, non sono giustificabili ed impongono di appurare eventuali responsabilità dei soggetti pubblici e/o privati coinvolti; da chi doveva controllare e non l’ha fatto, da chi aveva l’obbligo di allertare le autorità e non l’ha fatto.
L’obbligo di comunicare la “contaminazione potenziale” che in caso di omissione è sanzionato penalmente, la farraginosità, la scarsa trasparenza, la lentezza, la mancanza di coordinamento degli organi pubblici nelle valutazioni e nei controlli, il depotenziamento della tutela della salute in favore di esigenze delle produzioni con inversione gerarchica dei valori costituzionalmente garantiti, le lungaggini e omissioni protratte sin dal 2002 quando la legge 179 individuava la Val Basento come sito di interesse nazionale da bonificare, fanno capo a responsabilità individuali e collettive non perseguite.
Medicina Democratica, espressione della comunità civile, costatata la totale assenza di responsabilità da parte delle autorità istituzionali nel gestire alla radice l’inquinamento tossico, nocivo e cancerogeno del fiume Basento, rivolgendosi alla Magistratura, auspica che siano individuati e perseguiti i responsabili delle attività illecite che hanno portato le acque del Basento e le acque di falda allo stato di inquinamento registrato.
Mario Murgia""
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