Di Gabriella Maddaloni. Ennesimo fallimento a Gaza, dove a nemmeno 5 ore dalla sua entrata in vigore, è stata tragicamente interrotta la tregua – che sarebbe dovuta durare 3 giorni – tra Israele e Hamas. Il “cessate il fuoco” era stato annunciato dal capo diplomatico Usa Kerry ed era entrato in vigore alle 8 antimeridiane locali.
Ancora non è chiaro chi, tra le 2 fazioni, abbia violato la tregua. Tel Aviv e il movimento islamico palestinese continuano a scambiarsi da ore accuse reciproche, scaricandosi a vicenda la responsabilità del fatto. Israele sostiene che Hamas ha interrotto per primo il “cessate il fuoco”, facendo esplodere un kamikaze palestinese a Kerem Shalom: esplosione che avrebbe investito e ucciso 2 soldati ebraici. Tutto questo sarebbe accaduto, secondo i media israeliani, 90 minuti dopo l’inizio della tregua. Hamas ha inoltre sequestrato, come confermato dall’organizzazione stessa, un ufficiale dell’esercito ebraico: il 23enne Hadar Goldin.
Il movimento palestinese smentisce tuttavia la versione del nemico, affermando che l’uccisione e il rapimento dei soldati ebraici sarebbero avvenuti prima del “cessate il fuoco”; Israele ha violato il patto di “non violenza” attaccando a tappeto la città di Rafah e producendo decine di morti e feriti, secondo l’organizzazione. Le Brigate Al-Qassam, braccio armato di Hamas, specificano inoltre che “non c’è stata alcuna presenza militare israeliana nella parte orientale di Rafah negli ultimi 20 giorni, ma non appena il cessate il fuoco è stato annunciato, intorno alle 2 del mattino sono iniziati i movimenti israeliani. In risposta, i nostri combattenti si sono scontrati con i soldati israeliani a Rafah alle 7 del mattino (ora locale, ndr), uccidendone e ferendone molti”.
Riguardo le vittime di Rafah, il ministero della Salute a Gaza informa che sono 40 i palestinesi uccisi durante le operazioni militari ebraiche e 250 i feriti.
Secondo l’Onu la violazione della tregua sarebbe avvenuta a causa di Hamas; il Segretario Generale Ban Ki-Moon si dice in proposito “scioccato e profondamente deluso”. Gli Usa, dal canto loro, sostengono l’alleato israeliano, promettendo 225 milioni dollari per potenziare ulteriormente il sistema di difesa anti-missile Iron Dome. Il Segretario di Stato Kerry ha dichiarato che “Hamas deve immediatamente liberare il soldato ebraico rapito”.
Nonostante quest’ennesimo disastro diplomatico, si tenta ancora di trovare una via praticabile per la tregua umanitaria. Il leader palestinese Abu Mazen informa che sabato una delegazione palestinese che include anche Hamas andrà al Cairo per discutere le condizioni di un nuovo “cessate il fuoco”. Notizia confermata anche dall’Egitto stesso, che tramite l’agenzia statale Mena riporta che “aspettiamo le 2 delegazioni (palestinese e israeliana), che devono lavorare su un cessate il fuoco conformemente alle dichiarazioni fatte in proposito dal Segretario Generale Onu, Ban Ki-Moon”.