Medio Oriente verso la guerra

Creato il 07 novembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Neanche il tempo di celebrare la fine della guerra in Libia, con tanto di ovvia e pronosticabile esecuzione di Gheddafi, che subito il mondo potrebbe cadere in un altro sanguinoso conflitto, con ripercussioni difficilmente immaginabili.

Nel weekend Shimon Peres, il Presidente dello Stato d’Israele, ha rilasciato dichiarazioni allarmanti (lustrando il premio Nobel vinto nel ’94):

La possibilità di un attacco militare all’Iran è ormai più vicina a essere realizzata di quanto non lo sia il ricorso all’opzione diplomatica.

E ancora:

L’Iran è il principale pericolo sia per Israele che per il mondo intero perché è sempre più prossimo a dotarsi di armamenti nucleari.

Il che rende la questione ancora più delicata. Pare che il primo ministro Benjamin Netanyahu sia riuscito a convincere il resto dell’esecutivo, coadiuvato dal ministro della difesa Ehud Barak e da quello degli Esteri Lieberman, che l’opzione militare è la più valida per fronteggiare la politica nucleare di Ahmadinejad. 

Stampa e tv israeliana hanno già iniziato il martellamento pro azione bellica e hanno rivelato indiscrezioni sul possibile piano d’azione. Escluso il passaggio degli aerei sopra Turchia e Siria, più plausibile il sorvolamento di Arabia Saudita e Iraq. Ci sarebbe già un tacito accordo con il governo del primo, mentre per quanto riguarda Baghdad entrano in gioco gli USA.

Le truppe statunitensi si ritireranno dal territori iracheno entro l’anno e fino a quella data, in base ad un accordo con il governo, hanno l’obbligo di sventare le minacce alla sovranità dell’Iraq e di non permettere che le acque territoriali o il suo spazio aereo vengano attraversate per attaccare un altro paese. La mediazione statunitense, qualora ci fosse un accelerazione degli eventi, potrebbe anche permettere una deroga. Come detto, comunque, l’accordo scade a fine anno.

Il Capo del Pentagono Leon Panetta ha chiesto espressamente di essere avvertito in anticipo in caso di attacco, ma non ha ricevuto rassicurazioni in tal senso né da Obama né da Netanyahu. Gli USA temono che Israele possa andare allo sbaraglio senza l’appoggio delle potenze occidentali.

Sono già in preallarme le flotte a stelle e strisce nel Mar del Golfo e nell’Oceano Indiano e anche la Gran Bretagna è pronta a sostenere la missione con basi aeree, missili e mezzi navali. La Francia si è defilata per bocca del Ministro degli Esteri Alain Juppè, più propenso alla via diplomatica e sostenitore di ulteriori sanzioni Onu, ma potrebbe rientrare se le pressioni da Oltre Oceano e da Oltre Manica fossero insistenti.

Nella possibile guerra Israele-Iran rientrano delicati equilibri geopolitici che riguardano tutto il Medio Oriente, oltre che la minaccia, forse incombente, dell’atomica in mano ad Ahmadinejad.

La situazione potrebbe precipitare già domani: è previsto a Vienna la presentazione del rapporto dell’Aiea sulla proliferazione atomica dell’Iran. Nel momento in cui ci saranno prove certe che il programma degli Ayatollah sia svoltato verso fini bellici invece che civili, Israele farebbe partire i cacciabombardieri.

Fonte: Repubblica


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