Quadretto romantico sul “nostro amato” ministro …
Medita, Bondi! Medita …
Nenet
Quella poetica (e bondiana) voglia di sparire
di Marcello Veneziani
Sandro Bondi si taglia con un grissino. È tenero e liscio come un tonno, non sopporta gli urti, è fragile e forse teme pure l’umidità. Facile al pianto, più facile alla poesia, non fa parte né dei falchi né delle colombe berlusconiane ma degli usignoli. Sibila lodi in onore del Santo Cavaliere, dedica liriche e ditirambi al suo Mito, e nei rapporti umani ha una naturale, affabile cortesia che lo rende sempre ossequioso. Sono convinto che quando va l’usciere nella sua stanza di ministro lui si alza e gli cede il posto: si accomodi, ma la prego. È gentile e non regge la vista della violenza. Quando incontra un avversario politico o un giornalista lo implora con gli occhi: ti prego non farmi del male, non sopporto il dolore fisico, etico e intellettuale. Non so come abbia potuto essere comunista, forse un tempo era ispido e feroce; poi diventò implume e quando perse i capelli, come Sansone perse l’aggressività e si convertì in un vitello da latte. Potete immaginare come abbia sofferto nei giorni in cui lo hanno accusato ingiustamente dei crolli di Pompei, lui che non ha mai rotto una tazzina di caffè a casa di nessuno, o l’ha riattaccata col bostik quando non lo vedeva nessuno. Anche se in Parlamento hanno bocciato la mozione di sfiducia contro di lui, Bondi è rimasto ferito e non riesce ad andare al suo ministero. E implora il suo Maestro e Signore di lasciarlo a casa, con la sua morosa, per frequentare la politica da privatista. Io non ho un gran giudizio di lui – però non riferiteglielo perché poi ne soffre – come ministro dei Beni culturali, come politico e come poeta. M a trovo questa sua ipersensibilità, questa sua voglia di dimettersi, così insolita e così nobile da meritare un pubblico elogio. E trovo che la sua dichiarata voglia di sparire sia più poetica e commovente dei suoi versi. Su, mandatelo a casa, non vedete che la creatura soffre? Magari è l’occasione per prendere sul serio i Beni culturali… Ti vogliamo bene, Bondi, con quell’aria da Max Cipollino piangente, non ti faremmo mai del male, neanche un pizzicotto sulle glabre guance; ti terremo lontani i cattivi. Trottolino amoroso dududù dadadà.
Fonte: Il Giornale.it