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"Meduse" Che cosa fare se si viene punti? Qual è la medicazione più corretta?

Creato il 03 agosto 2012 da Mandingodolceacqua

Il segnale arriva dall’Istituto oceanografico di Parigi: sempre più meduse invadono i nostri mari! A quanto pare le acque si stanno arricchendo di questi animali a causa dei concimi e della pesca indiscriminata. Nel primo caso vengono messi sotto accusa i fertilizzanti che, dai campi coltivati, finiscono in mare e costituiscono l’alimento ideale per fitoplancton e zooplancton, il piatto preferito delle meduse che vengono, così, attirate e nutrite.


Nel secondo caso, invece, si tratta di pescatori che, senza autorizzazione, sterminano intere colonie di pesci e permettono alle meduse di svilupparsi venendo a mancare i loro predatori naturali. Entro breve, quindi, se la situazione perdura, andare al mare potrebbe voler dire avere a che fare con le meduse. Vediamo allora come comportarsi in caso di puntura con il prof. Marcello Monti, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas e docente di Dermatologia all'Università degli Studi di Milano.
Innanzitutto, come pungono le meduse?
“Le meduse pungono la pelle dell’uomo grazie a particolari cellule, gli cnidocisti, che, se toccate, estroflettono dei filamenti urticanti che penetrano immediatamente nella pelle. La sostanza urticante in realtà è una miscela di tre proteine a capacità paralizzante, urticante e neurotossica. Subito dopo il contatto si avverte una sensazione di dolore bruciante e poi di prurito.
La medusa che più frequentemente possiamo incontrare lungo le coste del Mediterraneo è la Pelagia nucticola, di dieci centimetri di diametro, trasparente o violacea, con lunghi filamenti, spesso presente in branchi. Le meduse del Mediterraneo sono, per buona fortuna, poco pericolose e provocano solo reazioni nel punto di contatto. Tuttavia, capitare in un branco di meduse ed essere colpito su larga superficie del corpo può essere pericoloso. Il reale pericolo deriva dal panico che segue appena percepito il dolore urente del contatto con le meduse. Occorre ricordare che allo stimolo doloroso il nostro organismo risponde liberando adrenalina che contrasta gli effetti delle tossine della medusa. Non è così per le meduse più velenose come le Sea Wasp australiane, che possono addirittura provocare la morte per arresto respiratorio, aritmia cardiaca o shock in pochi minuti”.
Qual è la prima cosa da fare se si viene punti?
“La prima cosa è non farsi prendere dal panico, non gridare e respirare normalmente. Se si è vicino alla riva, raggiungerla ed uscire dall’acqua. Se si è al largo occorre richiamare l’attenzione del natante più vicino e farsi aiutare ad emergere. Una volta fuori dall’acqua verificare che non vi siano parti di medusa rimaste attaccate alla pelle. In questo caso devono essere tolte. Se non si dispone di mezzi di medicazione l’unica cosa utile è far scorrere acqua di mare sulla parte infiammata. In questo modo si può diluire la tossina non ancora penetrata. Evitare, invece, di grattarsi o di strofinare la sabbia o ricorrere a medicazioni estemporanee con ammoniaca, aceto, alcool o altri rimedi fai da te: non si fa altro che peggiorare la situazione”.
Qual è la medicazione corretta?
“La medicazione corretta va fatta con l’applicazione di Gel Astringente al cloruro d’alluminio. Il Gel Astringente ha un’immediata azione antiprurito e blocca la diffusione delle tossine. Purtroppo non è ancora comune in Italia l’abitudine di portare con sé un Gel Astringente al cloruro d’alluminio, che è peraltro utile anche per le punture di zanzara. L’impiego di creme al cortisone o contenenti antistaminico non è indicato, perché questi farmaci entrano in azione dopo 30 minuti dall’applicazione, cioè quando il massimo della reazione si è già spenta naturalmente”.
Quando ci si deve preoccupare ?
“Se si evidenzia una reazione cutanea diffusa e sono evidenti difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione e disorientamento, la cosa migliore è chiamare il 118 e spiegare di cosa si tratta: si riceveranno le istruzioni sul da farsi in attesa che arrivi il personale di Pronto Soccorso”.
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