il premier Mario Monti al Meeting 2012
19 AGOSTO – In questa giornata inaugurale del XXXIII Meeting di Rimini, il Presidente del Consiglio Mario Monti nel proprio intervento ha puntato l’attenzione circa la situazione economica odierna, soffermandosi in particolare su Giovani e Crescita. Due temi peraltro affrontati dalla mostra “Imprevedibile istante. Giovani per la crescita”, inaugurata dallo stesso Monti, che non ha esitato a sottolineare quanto sia fondamentale occuparsi delle generazioni future.
Pur nella sua drammaticità, questo periodo che stiamo attraversando non è certo il più buio della nostra storia, “un anno fa pensavamo meno di oggi di essere in crisi, ma credo lo fossimo di più, perchè non era ancora avvenuto nel nostro pensare individuale e collettivo un balzo che in questo periodo ci ha fatto ragionare tutti sulla condizione dell’Italia e su ciò che deve esser fatto…Io trovo straordinario ciò che è successo in questo anno anche nei punti del sistema italiano ed europeo che meno consideriamo con ottimismo o soddisfazione”.
Ogni giorno assistiamo ad una sorta di miracolo, che già, secondo il Presidente Monti, dovrebbe dimostrare come effettivamente l’uscita dal tunnel sia vicina; vediamo forze politiche che da sempre si sono date battaglia, che ora di fronte alla necessità hanno saputo mettere da parte le diversità per unirsi in nome di quello che è l’obiettivo comune ovvero risolvere l’odierna situazione economica.
Una situazione che – come è stato ricordato – è il frutto di scelte “miopi” di governi precedenti, anche lontani nel tempo, che alla ricerca di costanti consensi hanno preferito caricare sulle spalle delle generazioni che sarebbero venute, il peso di una politica fatta di sperperi.
Indirettamente il Presidente ha colto l’occasione per rispondere a quanti, in questi giorni, si interrogano sulla sopravvivenza dell’euro. Questo baluardo dell’Unione non può venir meno, per una ragione molto semplice secondo il Premier, che proprio nelle fasi preliminari alla nascita della moneta unica lavorava a Bruxelles, esso “è il pinnacolo della costruzione europea, è come la Madonnina sul Duomo di Milano, sarebbe una tragedia se diventasse, per incapacità nostra, un fattore di disgregazione che rianima i pregiudizi del Nord contro il Sud e viceversa”.
Sottolineando successivamente, nella lectio magistralis, l’impegno del governo nella lotta contro l’evasione fiscale e per recuperare la fiducia presso i cittadini ed avere maggiori risorse da investire, il premier si è mostrato fiducioso di fronte alla platea dei ciellini.
Per il Professore, “l’Italia e’ in grado di esercitare nel mondo un soft power. Attivita’ moderna che fa leva sulle capacita’ degli italiani. Nel peacekeeping e peacemaking. Un soft power che deriva dalla nostra cultura”. Sarà quindi proprio con la ripresa dei valori che ci hanno sempre contraddistinti e nell’impegno e nelle competenze che il popolo italiano ha dimostrato nel corso della storia di possedere, che sarà possibile risolvere la situazione odierna: investendo sui giovani che nonostante le avversità incontrate nella ricerca di un lavoro e prima ancora negli studi, non si perdono d’animo, lungo la strada che conduce all’eccellenza.
Due giovani con le loro domande hanno concluso l’incontro del Presidente Monti di fronte al popolo del Meeting. Maddalena e Marco, studenti rispettivamente del secondo anno di Giurisprudenza e dell’ultimo di Economia alla Cattolica doi Milano, nonché collaboratori della mostra su “i giovani e la crescita”, sono saliti sul palco per un faccia a faccia con Monti. Costruttivo, si intende.
I quesiti posti dai due studenti riguardavano gli obiettivi concreti che il governo metterà in atto per promuovere la formazione e l’iniziativa delle nuove generazioni. In particolare: “ In un contesto in cui uno studente ha bisogno di andare all’estero e un insegnante è ridotto a mero impiegato statale, quali saranno le azioni del governo in merito alle università?” e “Di fronte a tanti giovani che cercano di costruire qualcosa, che libertà lascia il governo a queste iniziative?”.
La risposta del Presidente non si fa attendere e ricordando il suo passato alla Bocconi da docente, Rettore e Presidente, si rivolge a Maddalena e Marco dicendo che “ non sono le risorse che fanno l’università migliore. Ci sono molte cose che una università può fare e che sta facendo grazie alle riforme”. Ricorda infine come si promuovano la creatività e le imprese innovative “tramite società a durata limitata accessibili ai giovani sotto i 35 anni”, oltre a “incentivazioni e riduzioni della pressione fiscale” per permettere la formazione di una nuova generazione di imprenditori.
“L’Italia di crisi ne ha attraversate tante. Ma la gente in passato è stata capace di cambiare”. Queste le parole di Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, che hanno introdottol’intervento del premier Monti. Per questo, dice Vittadini, bisogna “riscoprire la coscienza di sé come persone costituite da un desiderio insopprimibile, per non rassegnarci alle contingenze”, e nella stessa storia italiana sono esistiti esempi virtuosi di persone che non si sono fermate di fronte alle difficoltà dell’ Italia appena unificata o del tragico post seconda guerra mondiale. E adesso?
Per il Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà cambiare e migliorarsi è possibile anche oggi, purchè si parta dal basso e si incentivino nuove iniziative. Ci sono elementi positivi che “vanno aiutati a crescere” e “solo l’io, il cuore dell’uomo unico ed irripetibile” può dare un senso a questi.
Nel contesto dei giovani infatti bisogna “riconoscere l’autorità e la parità della scuola pubblica, perché non discriminino i poveri e si riconoscano i meriti”. Fa da esempio il contesto universitario che dovrebbe permettere alle famiglie di poterne usufruire “come processo di ascesa verticale”, promuovendo una competizione favorevole e volta alla crescita della qualità e della libertà di proporre nuove iniziative.
Stesso discorso per il mondo del lavoro che a livello giovanile tocca più del 35% . Per Vittadini infatti è fondamentale aiutare chi ha idee per la nascita di nuove imprese. Come disse a suo tempo il Ministro del Lavoro Elsa Fornero “non è il tempo del posto fisso, ma del percorso”. E proprio di percorso si deve parlare in un momento in cui innovarsi e lasciare la propria impronta in un contesto che cambia, diventa fondamentale.
dalle inviate Linda Tonarini e Giuliasofia Aldegheri