14 luglio 2015 Lascia un commento

Se coi film migliori mi surclassa apertamente, provo a tallonarla sulle fetecchie, cosi’ mi gioco un pesantissimo asso di briscola col tragico "Mega Shark Versus Mecha Shark". "The Asylum" lo studio che ha prodotto il capolavoro, altro non e’ che la versione statunitense della miriade di case di produzione italiane che tra i ’60 e gli ’80 vivevano di emulazioni e riadattamenti dei successi al botteghino. Da qui infiniti epigoni di peplum, spaghetti western, incompresi, esorcisti, case indemoniate, zombies, cannibali e postatomici.
Con mano infelice alla Russ Meyer o Ed Wood e i soldi del Monopoli, producono trash movies aggiornati al XXI secolo, percio’ se un tempo le rocce erano plastica e i mostri gomma, oggi la computer grafica sa di studentello e un pc da 300 euro. Il vero problema pero’ restano i soggetti, i dialoghi e le situazioni tutte cose che non si comprano coi soldi ma evidentemente i soldi aiutano a non assumere dei neuromutilati per i testi.
Che poi l’idea di uno squalo giurassico, gigantesco e molto nervoso possa essere vincente ai fini dell’orrore cinematografico, ci sta e fino qui pure buono. Terzo episodio di una saga che vede protagonista suddetta bestia, con chi se la fa stavolta se non contro uno squalo meccanico che dovrebbe sconfiggerlo divenendo pero’ a sua volta un incontrollabile mostro. In mezzo storie assurde recitate da attori tragici su testi umilianti.
Accenni sin dai titoli alla saga godzillana senza la classe del mostro nipponico, in questo film non funziona nulla, nemmeno il divertimento ed e’ la cosa piu’ grave.
Il film non e’ trash, e’ semplicemente stupido, banale e malfatto. Ogni tanto una fesseria piu’ grossa delle altre strappa un sorriso ma e’ poco. Voglio dire, se devo farmi due risate con delle cretinate mi da’ piu’ soddisfazione Ozpetek o una qualunque interpretazione di Accorsi.
Non lo consiglio neppure ai cultori del genere, poi chissa’, forse sono io che invecchiando divento troppo esigente anche in fatto di schifezze…
