Repubblica di venerdì 10 giugno 2011, pagina 1
Il Cavaliere si fa il monumento - Nel tramonto del Cavaliere l'ultima megalomania: "Meriterei un monumento"
di Ceccarelli Filippo
Nel tramonto del Cavaliere l'ultima megalomania "Meriterei un monumento" L auto-elogio chi si loda, s'imbroda. Eppure per anni il berlusconismo ha accumulato più potere e ottenuto più credito dei proverbi, che sono la saggezza dei popoli. Io sono il più bravo, il più ricco, il più charmant.
Il contratto con gli italiani, le gare di corsa vinte con la scorta, fra le manie di grandezza L PIÙ amato, il più popolare, il più tutto. Non solo, ma occorre riconoscere che nel corso del tempo divertiva anche, quel vitalismo imperioso, quel narcisismo in caduta libera, quella faccia incredibilmente tosta. Io, io, io, e giù numeri, sondaggi, trovate, storielle, paragoni, scherzosi o meno che fossero, io l'Unto, io Cesare, io Giustiniano, io Napoleone, io De Gasperi, io de Gaulle, io Gesù, io e Dio che si lamenta perché in Paradiso «l'ho fatto vicepresidente», ah-ah. Per cogliere al meglio la dinamica adulatoria che di norma accompagna e incoraggia questo genere di spettacoli occorre osservare l'espressione concentrata e poi anche il sorriso inesorabilmente fantozziano con cui il ministroAlfano, ieri pomeriggio, nella sala stampa di Palazzo Chi-gi, ancora una volta ha accolto l'auto-magnificazione del Cavaliere e del suo governo. In un video di 2 minuti e 40 il presidente Berlusconi sostiene che gli italiani «dovrebbero farci un monumento»; che lui sta «nella vetta della considerazione» internazionale; che è «il più esperto» fra gli altri leader del mondo per il suo «passato pieno di successi» che lo «distingue grandemente», lo mette «un gradino sopra» e «mi fa tycoon»; che lui pure all'università era bravissimo, mica solo Angelino ormai in ridente estasi al suo fianco, tanto che ha preso 30 e lode «anche in procedura civile» e quanto a intelligenza, e qui si è pure concesso un preziosismo latino, «intuslegere», non «è secondo a nessuno».
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