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Megavideo: the end. La banalità della censura

Creato il 20 gennaio 2012 da Luciusday
Megavideo: the end. La banalità della censura Serata tranquilla dopo un'intero giorno di studio, cena a casa fra amici, studenti Erasmus della stessa Università madre. Dopo aver deciso all'unanimità di rimandare il lavoro di gruppo che ci eravamo prefissati, decidiamo di avventurarci su internet alla ricerca di un bel film da vedere in streaming - qui ogni mezzo di filesharing/PeerToPeer come eMule BitTorrent è assolutamente vietato, e severamente punito. Dopo aver provato a cercare in streaming diversi titoli (senza molto successo), la faccenda diventa sospetta: qualcosa non quadra, non è il titolo, è il sistema. E' così che mi metto su google a cercare, semplicemente, "Megavideo News", e trovo sul sito di Repubblica un articolo, con su scritto che hanno chiuso Megavideo/Megaupload, ossia il sito web di streaming più famoso del mondo, e arrestato il suo fondatore, che adesso rischia cinquant'anni di galera, assieme ad altri tre suoi collaboratori, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, al riciclaggio e alla violazione del diritto d'autore. Megavideo sarebbe inoltre costato cinquecento milioni di dollari in mancati profitti ai legittimi detentori del copyright. Megavideo: the end. La banalità della censura L'atto non è peraltro da considerare isolato, ma da inquadrare in un clima di tensioni e dibattiti causato dal SOPA (Stop Online Privacy Act), la legge americana antipirateria in discussione al Congresso statunitense, verso la quale molte internet company (Google e Wikipedia in primis) nutrono serie riserve per quanto riguarda la tutela della libertà d'informazione e di manifestazione del pensiero online. La capogruppo democratica alla Camera, Nancy Pelosi, si è dichiarata contraria alla legge, mentre il candidato alle primarie repubblicane (e sottolineo: repubblicane) Ron Paul ha considerato il fatto che la legge potrebbe essere di serio impedimento allo sviluppo del settore tecnologico, e un terreno fertile per cause legali che ostacolerebberodi fatto l'innovazione tecnologica.  Così facendo, si è direttamente passati sopra alla possibilità di un dialogo, che Megaupload aveva dichiarato di voler intrattenere con la lobby/industria dell'intrattenimento multimediale, per quanto riguarda i contenuti dei suoi server. Un atto imprevisto e improvvisato, che ha colto di sopresa tutti coloro che quotidianamente si rivolgevano a Megavideo per accedere a cultura e informazione gratuiti, al prezzo di una connessione internet per tutti. Mancati guadagni? Si guardi la gente che va al cinema, non sembra scarseggiare, nemmeno in tempi di crisi. Ciò che quest'atto rappresenta, primo vassallo di una legge che si afferma garantistica e ma che di garantistico nulla ha, è una lesione alla libertà d'informazione.  Non ci si rende conto che tentare di limitare la distribuzione in sharing di film, telefilm e anime o qualsiasi altra cosa sia condivisibile sul web non è nient'altro che una speranza illuministica. Per quanto si tenti di porre confini alla condivisione sul Web, ci saranno sempre (poiché già esistono) altri siti pronti a far le veci di Megavideo. E se viene chiuso quello, un'altro ancora prenderà il suo posto, e così via. Campa cavallo... A presto Pulchra vobis! ;)  P. S. Io e i miei amici volevamo solo vedere un film in streaming... Farewell Megavideo :'(

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