Magazine Società

Meglio conoscerlo da giovani

Creato il 04 novembre 2011 da Silvanascricci @silvanascricci

Il signor Pene e la signora Vagina sono, generalmente, fatti l’uno per l’altra, se la intendono naturalmente senza bisogno di grandi discorsi ed eccessive sovrastrutture.

Hanno una comunione d’intenti come raramente capita in altre umane o disumane vicende.

Sia il signor Pene che la signora Vagina hanno, pure, delle potenzialità che, talora, ai loro possessori rimangono nascoste per lunghi, lunghissimi anni o anche per sempre.

Se le indubitabili possibilità vengono subito scoperte oppure mai non si pone problema alcuno e tutto procede nei binari tracciati.

Il guaio, e grosso, capita quando queste potenzialità nascoste vengono scoperte tardi.

E’ un patatrac di colossali proporzioni; nella vita privata hanno lo stesso potere distruttivo e destabilizzante del default in uno stato sovrano.

Le storie, vere, parallele che vi racconterò proprio questo andranno a dimostrare.

C’era una volta un signor Pene, non proprio giovincello, che aveva una vita economica molto agiata, una vita professionale particolarmente soddisfacente ed una vita sociale fatta di una moglie e moltissime amicizie altolocate.

Il nostro signor Pene, pio, cattolico e devotissimo a santa romana chiesa, viveva così, sereno, inconsapevole che il fato, cinico e baro, gli stava preparando un diabolico tranello.

Una bella mattina di primavera (che anche la stagione aveva tramato con il destino nel momento di risveglio a nuove vite) incontra sulla sua strada una signorina Vaginella che le proprie potenzialità le aveva già scoperte tutte e che, con una banale scusa, lo accalappiò, lo confuse, lo circuì e fece cadere barriere di protezione ed abitudini.

Fu così che il signor Pene si accomodò nella signorina Vaginella e ne scoprì tutte le delizie.

Da queste potenzialità fragranti, odorose, dolci, piccanti e vibranti egli fu completamente tramortito, talmente impastato da lasciare la sua, ormai ex, vita agiata, professionale, altolocata e maritata per andare a vivere con lei; fu scomodata anche santa romana chiesa per far tornare all’ovile, a più frigide e consone abitudini, il reprobo fuorviato.

Tutto fu tentato, ma nulla fu risolutivo.

Ma si sa che la signorina Vaginella proprio perchè giovane e di buone conoscenze non aveva certo voglia, sempre e per sempre, dello stesso inquilino; al contrario, lui, aveva sviluppato l’insana e fatale idea che solo quella signorina Vaginella avesse poteri e capacità.

Fu così che poco dopo la signorina Vaginella spiccò il volo verso altri lidi ed il signor Pene tornò, mogio e con la coda tra le gambe, dalla moglie che lo riprese facendogli pagare a caro prezzo quell’unico assaggio di capacità.

La signora Vagina, anch’essa attempata aveva una vita economica normale, una vita professionale modesta e dignitosa  ed una vita sociale fatta di marito e poche, antiche amicizie.

Anche la signora Vagina viveva tranquilla e serena una vita fatta di piccole cose come succede alla maggioranza di noi; anch’essa incline a non considerare possibili eventi catastrofici.

Passava le sue giornate tra lavoro, casa, amicizia, lavori domestici finchè un giorno si propose, con i sudati risparmi, di andare in Africa per vedere un poco di mondo.

Anche in questo frangente il destino si fece aiutare dalla natura e, vuoi le torride atmosfere equatoriali, vuoi le lunghe notte insonni per il caldo, mentre passeggiava sulla spiaggia inciampò nel signorino Pennello e cadde distesa.

Tornò in Italia e già sull’aereo era nostalgica delle competenze e delle possibilità, del tutto inaspettate, del signor Pennello e soprattutto, stupita delle sue potenzialità.

Resistette per qualche mese, poi vinta dalle durezze africane ritornò nel continente nero; così fece per altre tre o quattro volte finchè convinta di non potere tarpare le ali, continuamente, alle sue possibilità volò definitivamente via ed accolse in casa sua il signorino Pennello.

Poichè la signora Vagina era più coraggiosa, o più incosciente, del signor Pene divorziò dal marito e lasciò il lavoro convinta che il Pennello non avrebbe mai mancato di colore.

Ma come era successo alla signorina Vaginella, anche il signorino Pennello aveva altri spazi di sperimentazione e cercò altre tele su cui dipingere andando fuori dai contorni.

La signora Vagina dovette tornare al paese natio, sgombrare la casa dall’ingombrante presenza.

Il marito la voleva anche riprendere, ma lei non si abbassò più a prendere in considerazione gomme e bianchetti.

Mantenne nel ricordo quell’unico ed irripetibile Rembrandt, mangiando fichi secchi con l’llusione di aver composto, almeno una volta, un capolavoro.

Bisogna conoscere le potenzialità del signor Pene e della signora Vagina per evitare e dribblare il gioco impudente e truffaldino del caso.

Conoscere le potenzialità è necessario per evitare di mettere a soqquadro la vita imparando a prenderli, anche volentieri, per quello che valgono.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine