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Meglio il cinese: Dead Sushi (2012)

Creato il 30 gennaio 2013 da Silente

Meglio il cinese: Dead Sushi (2012) Giappone, colore, 91 minuti  Regia: Noburo Iguchi  Sceneggiatura: Noburo Iguchi 
Mi chiedo cosa diavolo potrebbe mai fare Noburo Iguchi se potesse disporre di un budget adatto alle sue invenzioni e, più che altro, di uno staff di sceneggiatori capaci di creare una storia adatta per metterle in scena – d’altronde siamo in Giappone, e pennivendoli e finanziamenti quantomeno minimi non dovrebbero essere poi questo grande problema. Tuttavia, invece di tentare una strada sicuramente più ardua, ma che aiuterebbe parecchio certo cinema di genere, come in qualche modo cerca di fare il collega Yoshishiro Nishimura (vedi Helldriver, splendido esempio) e la Sushi Typhoon tutta, Igughi pare essere involuto, o meglio del tutto rincoglionito, prefissandosi come unico scopo una sequenza di film mediamente brutti, fatti con quattro soldi e privi di qualsiasi capacità tecnica – se non fosse per quello strabordante, incredibile groviglio di idee, che da sole distruggono ogni volta miriadi di pellicola horror ben più ricercate e costose.
Così, dopo i robot tettuti di Karate-Robo Zaborgar e gli zombie scorreggioni di Zombie Ass, tocca adesso allo sushi cannibale, spunto potenzialmente felice per una pellicola che purtroppo si mostra estremamente noiosa come in fondo lo sono tutti i film di Igughi, ma se in prodotti altrettanto poco riusciti le idee venivano sostenute da un tentativo di creare storie di una qualche coerenza (il seminale, a suo modo, The MachineGirl), adesso non ci sono basi né alcun tipo di struttura per sviluppare tanta fantasia splatter. Perché, per quanto divertente possa essere vedere questi sushi zannuti che ridono come un branco di gremlins, si accoppiano e macellano gli stupidi protagonisti, e per quanto si possa rimanere meravigliati da trovate esplosive come l’uomo-pesce, l’amplesso tra sushi e ciò che ne consegue e la nave spaziale fatta con alghe e uova di pesce, Dead Sushi è talmente, talmente povero nella messa in scena (simpatici comunque gli effetti speciali, come sempre a cura di Nishimura) e, soprattutto, in una sceneggiatura così fiacca e priva di senso (alla quale servono ben quaranta, insopportabili, letali minuti prima di dire qualcosa di significativo), che non c’è modo di salvarlo dal baratro.
Ancora una volta privo di ritmo e di reale comicità per contestualizzare appieno la simpatica trovata iniziale, Igughi sforna il suo solito film, da vedere regolarmente con il tasto FF ben premuto.

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