Meglio un cinguettio del dispaccio in agenzia; è la politica che passa prima in cavalleria

Creato il 08 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Proprio strana la Lega: il partito del social network compulsivo. Maroni. Salvini. Attaccati perennemente a Facebook e Twitter, esprimono le loro idee ed il loro contrario più con la tastiera e con la favella. Non che gli altri partiti siano da meno, con Bersani che ha twittato le candidature di Galli (Confindustria) e Santini (Cisl) nella fila dei democratici.
Salvini non più di due mesi fa su Twitter (naturalmente lì, e sennò dove?): “La segreteria politica della Lega Nord dice che si va da soli in Lombardia”.
Già, buona notte. L’acqua sotto i ponti scorre e quel cinguettio finisce in soffitta in un amen. Oggi, infatti, due mesi dopo, l’inversione a U in autostrada: l’accordo “unica strada possibile”, dice senza provare imbarazzo.
Meglio sparare le cartucce via internet, ci insegna inconsciamente, non si sa mai che poi ti chiedano conto di alcune dichiarazioni.
Ma i Maroni e i Salvini hanno degni epigoni qui da noi, nei lumbard locali. Simone Bossi e Carpani, per citare i due politici ‘verdi’ che si sono affrettati a commentare l’accordo siglato nottetempo tra Pdl e Lega ad Arcore.
Sui social, s’intende. Bossi, il segretario provinciale, dopo lo sperare che questa “sia la scelta giusta”, verga: “Se i voti del Pdl servono a vincere in regione e se per una volta siamo noi ad usare loro per il nostro obbiettivo facciamolo pure”.
Certo, il Pdl regala i voti a Maroni perché è un bell’uomo, non perché vuole qualcosa in cambio. L’ipotesi di “usare loro per il nostro obiettivo” la puoi solo pensare. Per un attimo. Ma se riavvolgi il nastro ti accorgi (meglio: ti dovresti accorgere) che la frase non sta né in cielo né in
terra. Per l’amor di Dio, le alleanze in politica si fanno. E ci sta di turarsi
il naso nel farne alcune. La politica è compromesso, d’altra parte. Ma pensare di utilizzare i voti di un altro partito solo per i propri fini ha dell’incredibile. Non ci credo, non l’ha detto.
Tocca poi a Carpani, il suo vice. Che oggi, non ieri, solo oggi, scrive: “E’ una vergogna avere avuto il Trota in Consiglio regionale”. Non pervenuta la dichiarazione, che sarebbe stata calzante allora: ‘E’ una vergogna AVERE il Trota…’. Sempre dopo, sempre tardi arriviamo. Ma sempre in tempo comunque. Peraltro era più che sufficiente vedere il video su youtube di Bossi jr che spiegava proprio i social network per rendersi conto della statura (politica) del personaggio. Senza contare la vicenda della laurea albanese e il nickname Trota. Non drago o aquila, Trota. Non delfino, Trota.
Ancora Carpani: “Una vergogna avere messo Belsito come amministratore del partito e aver usato il Capo per interessi personali”. Lo stato dell’arte dice un’altra cosa: Umberto Bossi, tanto quanto Belsito, è accusato di truffa ai danni dello Stato per la gestione dei rimborsi. I pm sono convinti sapesse delle uscite di denaro dalle casse del partito per le paghette ai figli. Ad informare il Senatur, sarebbe stato proprio Belsito. Quindi il teorema Belsito cattivo e Bossi troppo buono, quindi aggirato, non regge. Dunque, meglio postarlo su Facebook.
Su una cosa Carpani ha invece tutte le ragioni di questo mondo: sul fatto che per vent’anni il Pdl ha utilizzato i voti della Lega per governare. Ma la Lega dov’era, intanto? Boh. Lasciamo infine perdere il passaggio relativo alla votazione sull’arresto di Cosentino (una vergogna “aver votato provvedimenti di salvataggio verso Cosentino”). Tanto si sa, lo sanno anche i sassi, che nella
migliore delle ipotesi solo pochissimi politici leggono le carte dei magistrati; la maggior parte di loro, per non dire quasi tutti, vota a seconda della convenienza politica. Non secondo coscienza, bensì secondo opportunità.
Don Pizzarro

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