Mei tai: il cordone ombelicale invisibile

Da Mammacanguro

Il mei tai è la mia passione......forse non si era capito......sono oramai 4 anni che lo sperimento, che faccio ricerche e mi documento. In questo cammino ciò che mi ha colpito è la bellezza straordinaria dei mei tai tradizionali, la cura con cui venivano realizzati e il significato che attribuivano a questi supporti. I mei tai che realizziamo oggi, sia i grandi produttori, sia le mamme che si dedicano all'autoproduzione non possono essere paragonati in termini di qulità, tessuti, tempo e dedizione a quelli tradizionali asiatici Un pò di storia Il Mei Tai è un supporto di origine orientale utilizzato tradizionalmente per portare i neonati e i bambini sulla schiena. Fa parte, con l’Onbuhimo giapponese e il Podeagi koreano,dei cosidetti ABC Asian Baby Carriers.

Costituito, in origine, da un pannello quadrato di stoffa, solitamente cotone e seta,ai cui estremi erano fissati lunghe bretelle, il mei tai tradizionale prevedeva, in alcuni casi, un secondo pannello più piccolo, fissato su quello centrale, che fungeva da copricapo, ma non solo. I mei tai, che si trovano in commercio oggi, presentano numerose varianti: pannello, solitamente rettangolare di differenti misure, presenza o meno di sostegno per la testa, fasce imbottite oppure no, tasche porta oggetti,ma il concetto di base non cambia: un pannello centrale e quattro fasce fissate agli estremi che servono per annodare il supporto intorno al corpo del genitore e a sostenere il neonato.

I tessuti con cui sono realizzati sono principalmente cotone, in alcuni casi biologico o organico, ma se ne possono trovare anche di realizzati in seta o canapa.



Le origini del mei tai sono da ricercarsi in Cina, in particolare tra le minoranze etniche della Cina del Sud Ovest. Affermare che queste popolazioni realizzavano supporti per portare i bambini sarebbe davvero riduttivo: realizzavano piuttosto capolavori, pezzi unici, che oggi fanno parte di collezioni, la cui bellezza e unicità è data non solo dalla maestria nel realizzarli, ma dal significato che racchiudono.
Per queste popolazioni i porta bebè non erano solo un mezzo per trasmettere il loro amore ai loro bimbi. Persino prima del matrimonio, le giovani donne cucivano i tradizionali marsupi per i loro figli futuri e mostravano i loro lavori ai corteggiatori, segno della loro creatività e come simbolo della loro personalità. I baby carriers erano frutto di un lungo lavoro, di cura, di pazienza, di tempo, di dedizione (tutti elementiche sarebbero serviti anche per l’accudimento e la crescita dei figli). Le giovani donne cominciavano a disegnare e a realizzare i loro baby carriers ancora ragazzine: meticolosamente, con amore, dedizione, cucivano, decoravano, ricamavano il loro mei tai.


Attraverso le decorazioni, i motivi, i simboli, i disegni meticolosamente realizzati, le madri esprimevano il loro amore, le loro speranze, i loro messaggi benauguranti ai nuovi nati. Il pannello più piccolo, fissato su quello centrale, aveva proprio questa funzione: una volta che il bambino si addormentava, la madre gli copriva la testa con il pannello decorato, le cui raffigurazioni servivano a proteggerlo. Era una specie di amuleto. Alcuni mei tai avevano appesi al pannello centrale dei pendagli e degli amuleti.In questo modo il porta bebè diventava un emblema personale che racchiudeva amore, speranza e rimaneva nel tempo segno tangibile dell’amore materno. I ricami e i motivi, come precisa Bernad Formoso, racchiudono un messaggio: anatre, uccellini e farfalle sono augurio di vita felice; il drago e il melograno sono simboli di fertilità; il fiore di loto assicura lunga vita; le foglie garantiscono buona salute, i serpenti prevengono le morsicature. Le decorazioni inoltre cambiano in relazione al sesso, all’età e allo statuto sociale del bambino.
E’ ricercando le origini di questi supporti che emerge il simbolismo, la poesia, il messaggio che essi racchiudono. Il segreto di queste meraviglie è da ricercarsi nell’amore sconfinato e nella creatività di mamme amorevoli. L’autrice di Bonding via baby carrier, testo dal quale ho tratto la maggior parte delle informazioni relative alle origini e al significato del mei tai, paragona questi baby carrierrs a cordoni ombelicali metaforici attraverso cui l’amore materno viene trasmesso di generazione in generazione. Porta bebè come manifestazione dell’amore materno e come estensione simbolica del cordone ombelicale: un filo invisibile che unisce madre e figlio “The unseverable tie of connection between mother and son”
Porta bebè simili al mei tai si trovano anche tra le popolazioni africane. Alcune donne africaneportano i loro bimbi sulla schiena in supporti fatti di pelle e le cui bretelle sono costituite da corde. Come alcuni mei tai cinesi, anche questi hanno conchiglie pezzi di sassi, lacci colorati come amuleti portafortuna.



Le donne Koma, per esempio, portano i figli in marsupi fatti di pelle di capra tinta con ocra, le cui bretelle sono costituite da corde. La forma è quella del mei tai: pannello centrale rettangolare o quadrato e 4 lacci alle estremità.



Le donne di etnia Dankil e Himba Matakami e Fali portano in mei tai di pelle decorati con conchiglie e perline, sonagli, amuleti,
In Senegal, le donne Bassari durante le cerimonie, portano i loro figli in marsupi simili al mei tai decorati da grappoli di perline e valve di ostriche e cozze, che tentanno al ritmo delle danze materne: un bozzolo sonoro che avvolge il bambino, lo calma e lo aiuta ad addormentarsi.
Giusto un piccolo assaggio di come questo splendido supporto  sia usato da millenni e da molte popolazioni ancora oggi.

Noi non abbiamo occidentali  fatto altro che riscoprirlo, reinventarlo, adattarlo!!

Buon portare a tutti



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