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Mela: arte, storia e curiosità.

Da Aldo @AldoLissi
La mela è uno dei frutti più comuni sulle nostre tavole (e anche più consumati). Essa incarna spesso nell'immaginazione di tutti il concetto di salubrità, di comportamenti conformi alle norme alimentari; spesso a tal proposito la vediamo, o l'abbiamo vista, in pubblicità che vogliono trasmettere questo messaggio.
Le sue origini tuttavia sono comuni a molti frutti presenti sulle nostre tavole: originaria dell'Asia centrale si è diffusa poi in tutta Europa nel corso dei secoli.
Essa fu presente in molte culture del mediterraneo già nel mondo antico non solo come alimento, ma da protagonista in poemi e miti, favole e opere artistiche.

Mela: arte, storia e curiosità.

(Paul Cezanne, natura morta con mele
 e vaso di primule)


La sua importanza è rilevante anche nella letteratura sacra e profana: dall'attribuzione del frutto della conoscenza del bene e del male nella Genesi, all'episodio narrato come antefatto alla guerra di Troia.
Nella cultura contadina fu per secoli un elemento essenziale per la sussistenza di molte aree agricole del territorio italiano e, al tempo stesso un valido dono della natura, necessario ad alleviare la fame. La sua idoneità ad essere conservata la rese uno dei prodotti simbolo della stagione fredda (uno dei pochi disponibili), ma anche della capacità dell'uomo di adattarsi alle condizioni avverse.
Conosciuta ed amata anche nel Medioevo e nelle epoche successive, interessò i naturalisti del Seicento che ne incentivarono la coltivazione nelle serre di Versailles.
Essa è anche portatrice di numerosi significati simbolici sia di natura religiosa che profana: considerata simbolo di prosperità, bellezza e femminilità, nella Bibbia simboleggia la caduta dell'uomo e al tempo stesso la conoscenza. Rabano Mauro, abate vescovo ed erudito carolingio, affermava che era il simbolo di Cristo stesso, oltre che degli uomini santi e profeti, nonché
 dei loro insegnamenti ed opere. Per il Mundus Symbolicus di Filippo Picinelli rappresentava la dolcezza del peccato ma era anche simbolo della Vergine perché come la pianta è carica di frutti nutrienti, così Maria nutre con materna pietà.
Assumeva anche il valore di elezione e di bellezza femminile, bacata rappresentava la seduzione sensuale destinata a corrompersi, ma anche l'ipocrisia perché dietro ogni aspetto apparente si cela un verme distruttore.
Le opere d'arte riproducono magistralmente tutti questi simboli; troviamo due esempi nelle opere presenti qua sotto.
La prima opera è di Maestro boemo, Maria nel giardino del Paradiso, 1410 circa, Francoforte, Staedelches Kunstinstitut.
Mela: arte, storia e curiosità.

Mela: arte, storia e curiosità.

Il cesto di frutta posto sul tavolo e contenente le mele è un rimando alle Sacre Scritture, in particolare all'Antico Testamento e quindi al peccato originale. Il bicchiere, invece, è un rimando al Nuovo Testamento e quindi alla Passione di Cristo. Il giardino infine è l'emblema della purezza e verginità della Madre di Dio.
La seconda opera è di Gabriel Metsu, Donna che sbuccia le mele, 1660 circa, Parigi, Louvre. L'intero cestino può essere un'associazione alle Sacre Scritture; le mele invece, come per l'opera precedente, al Peccato originale. Il significato della rappresentazione della giovane potrebbe essere più avvincente in quanto nell'atto di tagliare la buccia a spirale potrebbe alludere al travaglio umano di liberare il proprio spirito dalla materia.
Anche nell'arte contemporanea questo frutto è molto presente: in territorio italiano due validi esempi sono i trentini Paolo Vallorz e Luciano Zanoni che hanno saputo interpretare un elemento importante dell'agricoltura del loro territorio con maestria e lirismo.
Territorio e tradizioni si fondono sempre più nei prodotti che non sono solo alimenti ma autentici scrigni di arte e cultura e, non da meno, vivi legami con il nostro passato.

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